Tommaso Campanella, Ateismo trionfato, p. 100

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Quella legge ha d’esser a tutte anteposta, in cui tutte le
genti ponno vivere, perché è più naturale e più secondo l’innocenza
primaria, in cui devesi stimare che fummo creati.

Or trovo che li precetti morali di Christo son quelli, poiché
son fondati sopra l’amor di Dio e del prossimo, in quanto
nostro fratello, che tutti siam figli di Dio.
Gl’altri stati
humani son fondati più sopra la giustitia, la qual virtù dà a
ciascun quel che si acquista, e poco mira ad accomunar la
gente, né a divellere li peccati secreti né publici, si non quelli
che apportano ingiuria al prossimo: perché le fornicationi quasi
tutte leggi permettono, e molte la sodomia, l’avaritia, et ingratitudine
quasi da nulla è punita; né la invidia, né la pusillanimità,
né l’audacia, né l’ebrietà, né l’otio, né l’afflition soverchia,
né la bugia, né la malignità e simili. Le quali tutte
dissorbitanze o dissordini son vietate dalla legge di Christo e
piantate tutte le virtù.

Perché noi diciamo Christo esser la sapienza eterna e la
ragion prima, et ogni cosa che contra la ragion si fa esser contra
Christo, e tutti quelli che vivono con ragione esser christiani.
Dunque tutte le nationi, riconoscendo Christo per prima
ragione, non ponno altra legge pigliare.
/Anzi ogni legge
che ha usato il mondo et userà in ogni natione fu data dalla
prima ragione Christo in natura, e però in quanto ragionevoli
sono con noi:
\ perché ogni leggeè ragione o regola di ragione,
dunque ogni leggeè splendor della luce di Iesù, che vuol dire
Salvatore, perché la ragione o sapienza è quella che governa
e salva tutte le cose.

Dissi poi: perché la gente non conosce Christo come prima
ragione e da noi è predicato scioccamente, dopo l’ecclisse che
sopragiunge al christianesmo, come un settario quasi, però le
genti non correno a questa legge tutte a furia.
Dissi poi: dunque le nationi tutte son christiane implicitamente,
perché tutte fan professione di vivere con ragione, et

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