Tommaso Campanella, Ateismo trionfato, p. 122

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tutto il mondo e di gente provetta degne. Negare il vino a
tutti, perché uno si imbriaca, è stoltitia, e la fonda sopra una
favola empia, che dui angeli furo imbriacati da una femina;
e così l’astinenza del porco è utile solo a leprosi, et ei la
fonda sopra la favola che nell’arca di Noè nacque il porco di
sterco humano e di elefante. E quanti precetti dona, tante
favole pone per fondamento contra la Bibbia, e contra la ragione,
et ogni precetto morale, benché buono, l’ammacchia
con queste frenesie, e nullo può credere quanto sia stolto,
favoloso et empio, si non lege il suo libro, che finge esserli
venuto dal cielo in più volte, e non ci è sapiente che non si
rida pur tra suoi, e si difende con la forza e con l’ignoranza.\
Non ha partorito questa legge profeti e santi di miracoli
veri, ma solo astrologi in Arabia, e filosofi, che nulla credeno
a Macometto, come poi dirò.
La legge di Cinghi ha poca differenza dalla macomettana,
e patisce li medesimi vitii, e tutte paion ben di settario inventione,
per quel puoco che tra noi se ne sa.
Li Peruini e Messicani, perché mangiano li huomini e son
sodomiti e di costumi rei, fur dati in preda alli Spagnuoli,
degna pena di tanti nefandi vitii: e son tutti idolatria, tirannide
e sciocchezza, e superstitiosissimi.
Li Giapponesi credeno malamente alla legge loro, e puoco
credeno al libero arbitrio, e l’altro secolo solo il popolo crede,
e sono sfrenati in tutte le passioni, e di virtù vera sconoscenti.

/Han commertii con demoni; tengono una certa confessione
come il nostro sacramento, il che si è visto anche nel Cuzco e
Messico, che si accostano alla christiana in parte: ma non vi

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