Tommaso Campanella, Ateismo trionfato, p. 149

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Questa theologiaè manco stolta; nondimeno è di sovversione
all’ignoranti et alli dotti incredibile, perché, benché Dio
sia per tutto, non sta come anima nelle cose, perché fatica
haveria dalla corpolenza, come l’anima, e saria il Mondo
eterno come la sua anima, il che molte ragioni mostrano
falso, et egli saria quasi continente di Dio e non contenuto, e
per buona metafisica ho trovato che Dio precede il Mondo e
lo spatio in cui siede il Mondo, e che in Dio sia lo spatio e ’l
Mondo, e non Dio in loro, dottamente parlando.
E che non
conviene far membra di Dio lo sterco, l’orina, et ogni cosa
vile, e stolta, et ignorante, et impotente. Ma bene sta che ciascuna
partecipi l’esser da lui in varie guise, et egli in loro sia
eminentemente, non come anima, se non per similitudine, e
questo è assai più degno pensiero dell’altissimo Dio, mentre
noi quasi intendemo una possanza, sapienza et amore infinito,
come altrove scrissi, e che neanche Dio sia in Christo come
anima informante, ma come assistente all’humanità unita a
lui, instrumento della redentione, congiunto e nobilitato.
Finalmente manco degni di reprensione mi paion quelli
che adorano le stelle, il cielo e ’l sole, perché queste
parti del mondo si mostran lontane di corrottione, e son di
bellezza viva e semplice dotate, e son cause più nobili di quanto
si fa qua giù, e stanno in altura sempre benefacendo a noi,
donando luce, influenze, generando, alterando e ’l tutto facendo,
onde ponno asai mover la gente a stimarli Dii.
In Africa hora, et in Egitto anticamente, furono assai di
questa opinione, e Platon nell’Epinomide dice il medesimo,
esser conveniente più a filosofi adorar le stelle che adorare li
Dei mortali delle Nationi.

Io esaminai questa sentenza, e trovai che non meritano esser
tenuti per Dei, perché Dio rapresenta il tutto e l’anima nel

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