Tommaso Campanella, Ateismo trionfato, p. 187

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non è sigillata troppo la patente, e resta dubbio alla gente che
ti tiene per astuto, o diabolico.
2. Se tu hai queste due testimonianze, e dippiù vi aggiungi
riscontri di profeti c’han antevisto la tua venuta, si accresce il
credito.
3. E se quel che tu annuntii e profetizi verrà poi, molto più.
4. E se altra gente, seguitando quella dottrina, fa il
medesimo con miracoli, sangue e profetia, si vede chiaro che,
non potendo tanti esser capaci di furberia che non si scopra,
né di consentire alla morte propria per fondar la furberia altrui,
ne seguita che sia vero il mastro di tutti.
5. E se la bontà de la vita, e fermezza e costanza nel dire il
vero senza rispetto e fintione, e la conoscenza delle cose divine
accompagna, non si deve dubitar di chi ha sparso tal dottrina,
ma si deve stimar che sia Dio seco.
6. E quando la lunghezza del tempo la confirma, il negotio è
fuor di dubio anche al Machiavello, se vol pensarci un credo.
Hor solo di Christo e suoi apostoli io trovo questi marchi e
tutti questi contrasegni verificarsi ampiamente: egli li mostrò
e li diede a suoi: «Signa autem eos qui crediderint, haec sequentur
etc.», e san Paolo: «Signa apostolatus nostri edita
sunt apud vos in etc.», et a tutti gli altri poi si vede mancar
qualche prova de le predette.
Primo, Mosè non prese il martirio per quella fede che predicò,
e dove andò a piantarla fece guerra ad altri, e li cacciò
dalle stanze loro. Armò la gente sua e fortificò li posteri
suoi con armi e dottrina, né hebbe profeti inanzi a lui che lo

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