Tommaso Campanella, Ateismo trionfato, p. 189

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Giove Belo fu capo della monarchia d’Assirii, successor di
Nembrot, che introdusse il regnar per forza nel Mondo, e
Nino per sua gloria et amor che li portava lo fè adorare. Lo
stesso si legge dell’altri legislatori, e se Pittagora pose la vita
per la ragion naturale, che fu dal tiranno ucciso, li mancano
poi gran parte di miracoli, non che degl’altri requisiti, e morio
non per la legge sua, ma per la violenza del tiranno comune;
e credo certo che molti sapienti siano morti per la legge
naturale
, come Anassagora e Socrate. E questi son degni di
esser tenuti tra christiani della legge di natura in quelli atti,
ma non hebbero miracoli et altri requisiti a dir che erano
mandati da Dio, né lo dissero per non mentire: ma bastò loro
difender la ragione, che è lume della ragion prima.

E se Pittagora finse, ignorava molto del trattare di Dio con
gl’huomini, e si pensò che l’inganno amoroso in benefitio
dell’ingannati non fosse peccato, come quello del medico
che dice al fanciullo: bevi questa medicina che è dolce,
avenga che sia di assenzio.
Né s. Geronimo danna la bugia officiosa, ma in tanta gran
cosa non so se si difende dall’esser dannosa, come la difende
Varrone, ripreso ben da s. Agustino. Hor, all’incontro, chi vede Christo non haver pane di mangiare,
nato in un presepio, figlio di un carpentero, educato
humilmente in quell’arte, haver tanto ardire di affirmar che
era figlio di Dio, e non fondarsi in dottrina di potenti né in
ricchezze né in armi la sua predicatione, ma in miracoli a tutto

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