Tommaso Campanella, Ateismo trionfato, p. 191

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andassero, e lo fecero tornando allegri che havean fatto tanti
miracoli, e Christo disse loro: Non vi rallegrate di fare miracoli,
ma che li nomi vostri sono scritti in cielo. Dove si vede
uno spirito di humiltà, et una certezza della sua verità imparata
in cielo. Come potea esser inganno questo, se riuscia in
effetti il medesimo a tutti li ben credenti?
E se mi dici che gl’apostoli idioti pur si ingannaro, e le
stelle favoriro l’impresa, io ti dico di san Luca, il quale mangiava
e beveva con Christo, era uno de li 72 discepoli, dotto
in philosophia, in poesia, in medicina, nelle lingue, in oratoria,
e non fu degno di esser uno delli 12 e san Barnaba,
che fu letterato, e s. Paolo, dottissimo e persecutor loro, come
si potea ingannare? Egli dice: «Signa apostolatus nostri edita
sunt apud vos in multa patientia, in signis et portentis».
Ecco la patente sua con la quale mostra che era ambasciator di
Christo Dio suo!
Fra tanti dottissimi ebrei e prencipi di quel secolo, come
Gamaliel, Nicodemo, Stefano, Simone, Lazaro et altri che
han dato credito a Christo, e quel che è più mirabile agl’apostoli,
come Sergio proconsule Romano, Teofilo, Cornelio centurione
et altri assai, che non erano gente d’essere ingannata
da persone semplici quali fur gl’apostoli.
E tutta questa scola sigillò poi li miracoli e le profetie, che
allegaro in favor di Christo col sangue proprio stimando nulla
la fame, li carceri, li naufragii e flagelli, le minaccie, l’infamie, le
tribulationi: ma ogni cosa tale pigliando allegramente con una
certezza e sicurezza tanta, come se vedessero sempre con gl’occhi
loro il paradiso e Dio che l’aspettava a gloria immortale.

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