Tommaso Campanella, Ateismo trionfato, p. 193

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«Quod vidimus et audivimus et manus nostrae contrectaverunt
etc. testamur et annuntiamus vobis». Come
poteano esser ingannati o ingannatori, quanto più lo considero
e fingo manco lo trovo.
Se tu esamini la vita loro e del lor maestro, tutta la
trovi innocenza e bontà et amore tra se stessi con tutto il genere
humano; non ci è interesse alcuno tra loro, e paion nati
solo per ben fare e non dar danno a persona alcuna, anzi all’
inimici far bene e pregar per loro. E questa dottrina sempre
si è conservata così fra gl’huomini apostolici e veri christiani.
Dunque son degni di fede per ogni verso che son buoni e
coraggiosi senza timore, e senza interesse dicon la verità, e son
sapienti di quelle cose che dicono, perché al senso è la verità
manifesta a loro della resurrettione et ascensione di Christo;
delli miracoli, della vita e della predicatione son testimoni di
viso semplici e schetti, e non parlan di cose non viste o non
revelate.
Né perché furon poveri, e Christo disse a loro: «Centuplum
accipietis in hoc seculo, et in futuro vitam aeternam»,
si debilita la testimonianza loro, perché questo premio non fu
promesso per cosa principale, in cui si fondassero, come possessori,
ma fu promessa a loro pressura: «In mundo pressuram
habebitis, vade et vende quae habes et da pauperibus;
nolite portare sacculum neque peram neque calciamenta neque
duas tunicas; tradent vos in conciliis et in sinagogis suis,
flagellabunt etc.». Anzi la predica di Christo comincia:
«Poenitentiam agite etc.» e poi «Beati pauperes etc., beati
mites etc., beati qui lugent etc., beati estis cum persecuti vos
fuerint et calunniati etc.». Dunque quel cento di più lo promesse
nelli beni temporali come gionta del gran negotio c’haveano
a fare, volendo dir che la providenza di Dio gl’haveria
provisto di vitto e vestito di amici e di parenti, li quali abandonavano

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