Tommaso Campanella, Ateismo trionfato, p. 224

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l’han preso, tenuto per Dio, e d’Avicenna Colcodea datrice
delle forme, il che è proprio dell’arte divina detta Verbo dalli
nostri theologi, e da Averroè con suoi è tenuto simile a Dio,
perché, come Dio move la prima sfera et ogni intelletto la
sua, così questo intelletto sta nella sfera humana del nostro
aere et infonde agl’huomini: eccoli dunque convinti da lor
medesimi che Dio può incarnarsi etc.
Finalmente per rispondere al grande argumento del vulgo,
e di Epicuro, e di Macchiavello, e spesso di profeti pianto:
«Quare via impiorum prosperatur?», e «Taces impugnante
impio iustiorem se», e «Numquid meliora fecit Babylon
quam Ierusalem?», dico che questo è al roverso di quel che
pensano, et è argumento certo che all’huomo convenga altra
vita migliore, e che dopo questa ci sarà ricompensa delli buoni
e rei, /e che la presente vita sia una militia di poche anime
(rispetto a quelle de le stelle), che stanno seminate tra contrarii
cielo e terra nelli opachi corpi per presentar gioco alli superi,
e combatter con quelli demoni li quali hebbero ardire di
levarsi contra Dio, et acquistarsi così la corona e cittadinanza
del cielo, onde essi furo esclusi.\
E se tu credi la providenza e l’amor di Dio che porta alle
creature sue, questo argumento è dimostrativo che ci sia altra
vita, benché la causa et il modo e la pugna sian a noi manco noti.
Di più, ti dico, anche se non la credi, che il buono opera
bene secondo la natura et «operari secundum naturam cuilibet
sano est iucundum», dicono li phisici, e li mali
dunque, male operando, oprano contra la regola de la natura,

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