Tommaso Campanella, Ateismo trionfato, p. 36

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Hor dite per gratia, chi sa fare tal lavoro? Non certo gl’elementi
d’Aristotele e di Empedocle, perché sono secondo
loro senza senso e senza ragione e senza arte. Né meno il
calor sentiente del Telesio, perché questo solo intende far fuoco
e cielo e la sua amplificatione, e si vede che, non mangiando
l’animale, esso calore uccide l’animale, attenuandolo in
vapore e disseccandolo; e se pur forma la statua, non si può
dir che egli havesse inteso questo ab initio fare; ma sendo
necessitato a chiudersi nella materia, è diversificato e temperato
in tanti muodi e modelli e vie da qualche eccellentissimo
artefice, che si serve di lui per questo.
Io so che null’huomo né animale può saper formar un
animale et avvivarlo, né lo suo lavoro intende, e sottilissime
testure. Hor se l’anima è il spirito caldo, come non sa ciò
l’huomo, e sta attonito quando vede l’anotomia come cosa
ignotissima a lui? Se dici che si è scordata l’anima di quel
che ha fatto per haver poi atteso al nutrimento vario, io dimando:
come sa formarlo di nuovo sendo decisa col seme
nell’utero della femina? e chi ci lo ricorda? e se la fabrica ti
scordò, dimmi tu, savio spirito, come nutrichi il corpo? Come
triti l’alimento? come senza pensar lo coci e lo distribuisci a
tutte le parti secondo la convenienza? come senti? come
dormi? come fai la vigilia? come lo spirito camina dentro e
fuori? di chi sostanza tu sei? Perché vai cercando quel che tu
fai nelle anatomie, e spii alli filosofi se l’anima è mortale o
immortale, se la vista si fa intromittendo o estramittendo;
se lo sentire è mutatione sola o information del sensibile; a
chi serve il fegato, e reni e gl’altri vasi? e li filosofi come non
lo sanno, pur con tanto studio? e certo senza studio doverian
saperlo, poiché essi son lo spirito animale che opera
dentro questi vasi.
Né si deve stimar che ignori quel che fa con tanto magistero.
/Anzi ogni bestia doveria sapere queste cose come si fanno,
se lo spirito loro ciò sa fare da sé, come io so in che modo

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