Tommaso Campanella, Ateismo trionfato, p. 75

Precedente Successiva

arrabiando, o inbriacandosi o divenendo stolto, la mente che in
lui è involta pur patisce li medesmi affetti; benché sia immortale,
è pur passibile per altro patiente in cui sta involta. E così
ogni argomento di inganno, di oblio, di patimento, che notano
mortalità, si scioglie, attribuendolo per sé allo spirito e per accidente
alla mente immortale.
Né deve Galeno temere della mortalità, perché la cicuta
occide l’huomo, poiché lo spirito viene afflitto e morto, e
l’anima, senza quello non potendo reggere il corpo, se ne parte.
Né si può dir che l’huomo sia morto, quando si parte dalla
casa rotta, dove ha perduto le commodità etc.

Precedente Successiva

Schede storico-bibliografiche