Tommaso Campanella, Ateismo trionfato, p. 8

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che dubitano hoggi, o non hanno lo spirito santo e li suoi
doni; o l’hanno gelati, che non operano, perché essi sprezzano
il dono divino, e si attaccano all’humano,
et san Paolo a Timoteo:
«Vide ut resuscites gratiam quae in te est, datam per impositionem
manuum mearum». Dunque ha bisogno la gratia
di esser resuscitata quando more nelli nostri cuori per nostra
negligenza. Ma questa gente venduta con certa theologia
fredda dice, che la chiesa non ha più bisogno di miracoli, né
di questo spirito visibile, che già è confirmata, e però non
l’hanno i prelati.
Questa risposta è vera tra huomini pii: ma dove si dice è
inganno, che ingrossa la conscienza, et oscura li doni di Christo,
et assicura li prelati a mentire et errare: «Qui beatificant
te, decipiunt te, Israël», et io dico che la miscredenza
nostra ha essiccato li doni dello spirito santo in noi. Almeno
in Germania, dove son tanti heretici, che gittan li sacramenti
per terra, e la Chiesa è perduta, deverian li miracoli comparire,
o in quelli christiani che sono in Turchia: e così la
profetia. Ma tutto questo danno viene dalla incredulità, se
tu studi bene li santi dottori, et intendi la magia, e bisogna
dir che non havemo fede quanto un grano di senapa, secondo
Christo disse etc., et io conosco questo, e sempre cerco
di riducermi a fede viva e retta, che non ponga fiducia in
cosa terrena, né nella mia industria e di amici, ma solo in
Dio, e darmi a lui in tutto e per tutto; e non posso, perché la
mala usanza mi tira a basso, e quando veramente sto divoto,
ogni cosa mi riesce, e il contrario quando mi fido alla sapienza
terrena; e continuamente cerco di vincermi. Non per
questo io vitupero li prelati, che so che vi ne son buoni,
ma scopro il vero. Ecco san Francesco di Paola in Calabria

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