Tommaso Campanella, Ateismo trionfato, p. 89

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qualità, se il fine metafisico fu per carcere e terrore et ammaestramento
degl’altri, e perché ringratiassero gl’eletti più il
Signore, che li potea dar questa diabolica stanza in perpetuo,
e non lo fè; ma tutto poi è la sua gloria: c’ha di mostrar
in questa ultima impresa che farà, et è vicina. E ’l tempo passato
fu un scherzo rispetto all’eterno, c’ha di succedere a questo
che è scritto: «Mutabis eos et mutabuntur, filii servorum,
habitabunt etc. Annuntiant coeli iustitiam eius etc.». Ma
chi sapesse il fu e ’l sarà di tutto? Mi fu detto subito: La testa
e li piedi son velati dall’ale delli Serafini, il mezzo è aperto in
cui volano: quel fu inanzi al mondo e sarà dopo è nascosto,
finché Dio volrà. Pensa quel che hai inteso.
Argomentando poi sagacemente dissi: Senza dubbio noi
qua basso facciamo il gioco de la cieca, e representamo comedie
alle creature de la corte celeste, e li bruti e piante ci
aiutano a fornirla fra li teatri del mare e della terra; e pugnamo
contra i demoni con gloria del Creatore, che da spiriti
ligati in questa corpolenza pur siano vinti quelli che con Dio
combatter voleano. E sì come lo spirito caldo di bruti, quasi
ignorando la sua origine, desidera questo gioco che fa, così la
mente nostra si diletta di questa comedia, per non conoscer
meglio; ma chi è persuaso dell’altra vita migliore, grida: Cupio
dissolvi
. Ma è necessario che un giorno tutti spogliati de le

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