Tommaso Campanella, Monarchia del Messia, p. 102

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morire, e poi risuscitare per regnare, si contentariano comprare il
regno con benefitio si stupendo, che cattiva gli animi e, per conseguenza,
li corpi e gli esteriori beni; ma questo modo solo fu di
Christo, il cui regno non dovea pigliarsi con armi al modo ordinario;
e tutti regi boni senza sforzo fur fatti regi, come David,
Pompilio, Giuda Maccabeo per via de benefitij e di virtù, nel che
Christo avanza tutti.
E il Vangelo di san Giovanni meglio esplica
questo dicendo: Nunc autem regnum meum non est hinc, additando
nel nunc, che per all’hora nulla somiglianza haveva col regno humano;
ma che poi doveva esser suo ogni regno. E questo senso meglio
espose, quando disse: Si exaltatus fuero omnia traham ad me ipsum.
Dunque nella morte, come profetò Isaia, meritò omnia ad se trahere.
Ma san Paolo dice pur che Deus subiecit omnia sub pedibus eius;
ma: Nec dum videmus omnia subiecta ei, e che egli aspettava che si
renda a Christo tutto il mondo soggetto in una Chiesa, mentre ei
siede a destra del padre, perché: Factus est caput omnis principatus et
potestatis
. Et san Pietro dice che li profeti antividero priores eius
passiones, et posteriores glorias
. Queste glorie seguenti non sono l’anagogiche
solo celesti, ma si scorgono anche nel dominio suo spirituale
e temporale in terra; et meglio si crederà Cum evacuaverit omnes
principatus et potestates
, come è scritto a Corinzi. E s’intende delli
terreni, non che celesti, come altri pensa. Che già l’apostolo stesso a
gli hebrei lo disse: Non angelis subiecit orbem terrae futurum, de qua
testatus est quidem dicens: omnia subiecisti sub pedibus eius
etc.
Nunc autem nec dum videmus subiecta ei etc, perché: Quia nunc
autem regnum meum non est hinc
.
Al quarto del Pseudo theologo che dice: Christo non usò pria né
poi della sua resurettione potestà temporale, dunque ne anco la deve
havere il suo vicario, perché egli non è maggiore di Christo,

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