Tommaso Campanella, Monarchia di Francia, p. 432

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mutano cento sette, come se fosse la religione stivale o cappello, e non
vero culto di Dio per conquistar il sommo bene.
E in verità ha provato
il Campanella nella Politica che ogni setta, quando viene a negar
Dio, o la providenza, o l’immortalità dell’anima, o il libero arbitrio, o
le pene e premii dopo morte, necessariamente patisce mutazione e
ritorno alla prima fede per qualunque predicante, se l’interesse non li
ritiene, perché queste opinioni fanno il principe tiranno e gli popoli
sediziosi e rissosi.
Talché son incresciuti in Alemagna per tanti mutamenti,
e non tornano alla fede, perché non ci è chi la predichi a proposito,
e li popoli son ingannati per lo più, e li principi ingannatori per
li detti interessi: li quali tutti caderiano, cadendo la casa d’Austria, con
utile di tutta la Cristianità.
Di più, si vede che, quando si tratta di stato, li principi austriaci e regi
di Spagna metteno a fondo la religione e l’imperio. Onde Ferdinando,
che succedette a Carlo V, e poi Rodolfo, e poi Mattia, e poi Ferdinando
II, permisero nei stati loro l’eresia. Il che non fece il duca de
Baviera con minor potenza, onde non si può dire che furo sforzati.
Item, tutti li feudi imperiali d’Italia applicano alla corona di Spagna.
E finalmente, avendo il re Cristianissimo a nostro tempo in Francia
levato i nidi e li refugii d’eretici, li Spagnoli occultamente aiutavano
a detti eretici.
E avendo l’imperator Ferdinando II abbassato gli
eretici e protestanti, e scacciato da Germania il re di Dania e

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