Tommaso Campanella, Monarchia di Francia, p. 594

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effettuare. E questo è error grandissimo, perché l’occasion che passa
mai non ritorna: però non bisogna allentar l’impeto. Né dopo l’acquisto
non pensare alla perdita, che può seguire. Dal che è avvenuto,
che quanto hanno acquistato li Francesi fuor di Francia, subito l’han
perduto.
Però solo nel conservare io stimerei esser utile a Francesi servirsi
d’Italiani e di Svizzeri meschiati con Francesi; ma nell’acquistare
son meglio soli, perché la lor confidenza e ingenuità non sia tradita e
il valor rintuzzato, e quando hanno ausiliari farli combattere compartamente.
Bisogna tener nell’esercito predicatori e poeti, che lor ricordin
l’imprese d’eroi, la gloria, la fede catolica, etc.
Item, li Spagnoli fanno più male a popoli soggetti che li Francesi
nella robba, nell’onore e nella vita, ma con destrezza e secretezza, e
mostrando farli piacere, o giustizia, o dimadarlo per cortesia: e però
paion men molesti. Ma li Francesi sfacciatamente tutto, e con sol
baciar le donne si fanno più odiosi che quelli con maleficii atrocissimi.
Qui è necessario provedere. Ma mentre si tratta di liberar le nazioni e
di unir tutta la Francia insieme, non bisogna in questo travagliarmi a
ragionare.
Due cose oggi noceno grandemente a Francesi, il gioco e la gola:
con quello i principi, i soldati e tutti diventano ignoranti, lasciando di
studiar le virtù della pace e della guerra. E di più rapaci, traditori,
avari, ingannatori, etiam degli amici, e avviliscon la nobiltà. La quale
non degna far traffichi e mercanzie, per non avvilirsi col vil guadagno.
E poi col gioco più vile s’ammacchiano d’ogni vizio, non che di vil
acquisto. E non son buoni per questo alla pace né alla guerra. Rimedio
sarebbe una legge, che quanto si gioca da nobili più che 20 scudi, sia
del fisco.

Item, perché nelle taverne si mangiano 10 pistole per testa e 20 e
più, e si dichiarano epicurei e si sfanno, è necessario far un’altra legge,

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