Tommaso Campanella, Ateismo trionfato, p. 170

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essere commento del diavolo, perché sacrificavano gl’
huomini, et adoravano il diavolo e molti idoli infami. Ci era
tra loro predittione di augurii come tra Romani, ma in tutto
il demonio entrava.

Molti e diversi riti hanno diverse altre Nationi, ma non ci è
ragionevolezza né etc. Ma tutte nationi, in particolar li turchi
et hebrei, si ridono e rimproverano alli Christiani l’idolatria
nel sacramento dell’altare, dicendo che è impossibile che Christo
sia Dio, e che di più si mangi in pasta:
«Vidi gentem comedentem
Deum suum», disse un moro, e l’argumenti
di Ieremia adducersi ponno, perché di quella farina parte
mangiamo e parte facciamo il nostro Dio, e quello Dio è dalle
mosche schernito, e dalli sorici, che lo mangiano, e diventa
vermi se non lo mutano, è sogetto al fuoco, all’acqua, li latri
rubano la custodia di argento e lo gettano sopra la terra, et
egli non si difende: questo non est Deus! e come può star che
sia integro in ogni particella de l’ostia, poiché è rotta, e che
nel medesimo tempo sia in cielo et in terra etc.?
Veramente io rispondo (dopo molto ben pensato), che
tra Christiani non ci è cosa più difficultosa di questa

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