Tommaso Campanella, Poesie non comprese nella "Scelta", n. 112
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Sonetto di rinfacciamento a Musuraca
Temendo il tuo signor possente e forte
dici che mi tradisti, o Musuraca:
scusa, che solo i parasiti placa
della fortuna nell’ingiusta corte.Ma perché pria le vesti mi trasporte?
perché in legarmi il tuo stuolo s’indraca?
perché tua industria alla mia morte vaca?
perché sul capo mio giochi a la sorte?La vita, che dovevi al padre mio,
così la rendi, sconoscente, ingrato?
Ben ti castigarà l’infamia e Dio.Ahimè! che, a tempo d’infelice stato,
resta di amico, di giusto e di pio
solo il nome, in coverta del peccato.