di Francesca Pugliese

1490/1495

Pietro Antonio Sanseverino nasce verosimilmente tra il 1490 e il 1495, da Bernardino III principe di Bisignano (1470-1516) e da Donna Eleonora (o Dianora) Todeschini Piccolomini, figlia di Don Antonio I Duca di Amalfi e di Maria da Marzano dei Duchi di Sessa. Cresciuto alla corte di Carlo V e sotto l’egida della madre, donna di elevata cultura (famosa nelle cronache mondane per la sua bellezza), Pietro Antonio riceve un’elevata formazione intellettuale: un aspetto, quest’ultimo, che lo distinguerà già nella sua prima maturità (M. Pellicano Castagna, La storia dei feudi e dei titoli nobiliari della Calabria, vol. I, Catanzaro, Centro Bibliografico Calabrese, 1984, pp. 224-227; A. Savaglio, I Sanseverino e il feudo di Terranova, Cosenza, Orizzonti Meridionali, 1997; Id., La corte, le passioni e gli svaghi di Pietro Antonio Sanseverino, in Fra virtuosi e musici. Il tardo Rinascimento nell’Italia Meridionale e la tradizione musicale e teatrale alla corte dei principi Sanseverino di Bisignano, a cura di L. Falcone, Cosenza, Editoriale progetto 2000, 2012, pp. 55-80).

8 giugno 1511

Si sposa in prime nozze col titolo di conte di Chiaromonte, con Giovanna Requesens, figlia di Galcerando conte di Trivento e di Donna Beatriz Manrique de Lara. Da questa unione Pietro Antonio non ebbe figli.

28 ottobre 1516

A ridosso di questa data muore il padre Bernardino.

5 dicembre 1517

Pietro Antonio diventa erede dei feudi del padre Bernardino, ed è eletto IV di principe di Bisignano. Le città, i casali, i feudi e le terre più rilevanti in Calabria componenti il principato di Bisignano erano allora Bisignano, Strongoli, Sambiase, San Marco, Roggiano, Malvito, Corigliano, Tarsia, Terranova, Acri, Rose, Cerisano, Regina, Lattarico, Torano, Altomonte, Saracena, Morano, Bonifati, Cassano, Francavilla, Trebisacce, Sangineto, Belvedere, Mormanno (M. Pellicano Castagna, La storia dei feudi e dei titoli nobiliari della Calabria, cit., p. 225).

1519

Si reca in Spagna, a Valladolid, a rendere omaggio al nuovo sovrano, Carlo V d’Asburgo (1500-1558), proclamato imperatore a soli 19 anni (R. Curia, Bisignano nella storia del Mezzogiorno. Dalle origini al XIX secolo, Cosenza, Luigi Pellegrini, 1985, p. 144).

1530

A Bologna, Pietro Antonio, con il grado di generale delle armate spagnole, partecipa all’incoronazione di Carlo V, presieduta dal pontefice Clemente VII.

ante 1532

Sposa Giulia, figlia di Gian Giordano Orsini Signore di Bracciano e di Felice della Rovere. Dall’unione con Giulia Orsini Pietro Antonio avrà due figli: Maria Felice (Felicia) ed Eleonora. La prima andrà in sposa nel 1546 ad Antonio Orsini VI duca di Gravina, dalla cui unione nascerà una figlia, Giulia Orsini jr (†1609). La seconda sposerà Ferdinando d’Alarcon y Mendoza dei marchesi di Rende.

1534

Il teologo cosentino Giovanni Antonio Pantusa (ca. 1500-1562) dedica a Pietro Antonio Sanseverino l’epistola dedicatoria del suo Liber de Coena Domini (Romae, Bladum de Asola, Kalendis Junis, 1534).

1535

Il 1535 è una data cruciale per la storia europea e per la storia del viceregno di Napoli. Nell’autunno del 1535 Carlo V rientra in Italia dopo avere riportato una memorabile vittoria a Tunisi. Per l’occasione, l’imperatore passò in rassegna le terre meridionali del Regnum Italicum, attraversando la Sicilia, rendendo omaggio alla città di Cosenza, dove fu accolto con grandi onori il 7 novembre. Durante la sua permanenza a Cosenza, Carlo V fu anche ospite (l’8 novembre) del principe di Bisignano, che lo accompagnò a visitare il feudo di S. Marco Argentano il 10 dello stesso mese. In seguito lo accolse nella sua dimora di caccia del feudo di Corigliano, sede del famoso castello di cui ancora oggi si conservano i resti (M. BorrettiIl viaggio di Carlo V in Calabria (1535), Messina, Grafiche “La Sicilia”, 1939; D. ZangariL’entrata solenne di Carlo V a Cosenza. Con due tavole di fac-simili della relazione anonima, Napoli, Gaspare Casella, 1940; M.A. ViscegliaIl viaggio cerimoniale di Carlo V dopo Tunisi, in Carlos V y la quiebra del humanismo político en Europa (1530-1558), 4 voll., a cura di José Martínez Millán, Madrid, Sociedad Estatal para la conmemoracion de los centenarios de Felipe II y Carlos V, 2001, vol. 2 pp. 133-172).

A Napoli Carlo V giunse il 25 novembre, e, prima di fare il suo ingresso in città, in attesa che si completasse l’allestimento degli apparati per il suo ingresso trionfale, trascorse alcuni giorni (dal 22 a 24) a Leucopetra, nella «sontuosa» villa dei fratelli Coriolano e Bernardino Martirano. L’imperatore si fermò a Napoli fino al marzo del 1536, ospite di Sanseverino nella splendida reggia del palazzo Bisignano di Chiaia. Per l’occasione, Pietro Antonio fece costruire dall’architetto Giovan Francesco Di Palma († 1572) un salone spettacolare in cui celebrare le feste, salone che per lungo tempo fu definito “la meraviglia di Napoli” (R. Curia, Bisignano nella storia del Mezzogiorno, p. 145). In tale circostanza, Sanseverino fu insignito del “Toson d’oro”, la più alta onorificenza spagnola che nessun altro ottimate ottenne, innalzando il principe alla più alta dignità della corte della capitale del Viceregno.

1539

Pietro Antonio sposa in terze nozze Donna Erina Castriota Scanderbeg († 1565), III Duchessa di San Pietro in Galatina, figlia unica ed erede del duca Ferrante Castriota e di Donna Andreana Acquaviva d’Aragona dei Duchi di Nardò. Da Erina Castriota Pietro Antonio avrà due figli: Niccolò Bernardino (V principe di Bisignano alla morte del padre) e Vittoria. Quest’ultima andrà in sposa a Ferrante di Capua, duca di Termoli. Bernardino (†1605) sposerà invece Isabella della Rovere (M. Pellicano Castagna, La storia dei feudi e dei titoli nobiliari della Calabria, cit., pp. 226-227). Le nozze con Erina Castriota sono di una certa importanza per la storia del principato di Bisignano: sia per l’estensione dei feudi in Puglia, sia per il fenomeno di una significativa migrazione di popoli albanesi in Calabria. C’è da sottolineare che lo stesso Sanseverino aveva avviato già nel 1530 una politica di integrazione con il popolo albanese, concedendo parità di diritti e le stesse prerogative e i privilegi goduti dai cittadini di Bisignano (R. Curia, Bisignano nella storia del Mezzogiorno. Dalle origini al XIX secolo, Cosenza, Pellegrini, 1985, pp. 148-149; Id., I Sanseverino principi di Bisignano, Cosenza, Pellegrini, 1997, pp. 27-29)*.

1535-1548

Sin dai suoi esordi signore feudale del principato di Bisignano, Pietro Antonio Sanseverino rivela una spiccata vocazione come patrono delle lettere e delle arti. La sua corte fu per lungo tempo teatro di incontri fra intellettuali, artisti e illustri uomini di scienza. In particolar modo in Calabria, Pietro Antonio consolidò la sua presenza rinnovando e riorganizzando la corte intrattenendo rapporti di patronage, al pari di altre corti presenti nel Viceregno spagnolo. Tra gli intellettuali di spicco ricordiamo Luigi Tansillo, Niccolò Franco, il senese Gianfranco Spannocchi, Laura Terracina, Mario di Leo, Giovan Battista di Pino, Francesco Franchini, Giovanni Antonio Pantusa, Crisostomo Colonna, Colantonio Carmignano, Galeazzo degli Angeli, Antonio Bozzavotra, la poetessa Isabella Morra, Giuseppe Baratta, i Telesio e i fratelli Martirano. La beneficenza fu un elemento caratteristico dell’agire del principe di Bisignano, intravedendo in esso un efficace strumento di propaganda del potere. Una conferma della sua liberalità e generosità ci è fornita da Luigi Tansillo in un famoso  componimento, l’undicesimo dei Capitoli. Scrive al riguardo Sergio Mangiavillano: “[al Sanseverino] il poeta rivolge le sue lodi non da adulatore, ma da istorico verace: magari i principi possedessero le qualità del Bisignano, ne guadagnerebbero tutti perché sia alla povertà, sia alla liberalità gioverebbero signori di tale statura morale e di così nobile tratto. Egli non è solito scrivere versi cortigiani né, seguendo la moda dei tempi, prova gusto a parlare male degli altri, ma, nel caso del Bisignano, gli è venuta voglia di celebrarlo. Del resto, chi potrebbe astenersi dall’elogiare tal personaggio? Il poeta è felice di essere nato sotto la illustre insegna dei Bisignano, come è felice di vivervi e spera di morirvi” (S. Mangiavillano, Luigi Tansillo al centro letterario del Rinascimento Italiano. I Capitoli, «Archivio Nisseno», 8 (2011), p. 180; cfr. A. Savaglio, La corte, le passioni e gli svaghi di Pietro Antonio Sanseverino, cit., pp. 55-57 sgg.).

Pietro Antonio contribuì largamente a far ricostruire vecchie chiese diroccate e far erigere nuove fabbriche conventuali e di culto. Per suo impulso, quasi tutti gli ordini monastici erano rappresentati in Bisignano, e i conventi e le chiese erano tanti e così ricchi, che nel ’600, la sede del principato era considerata la Città dei Conventi, delle Chiese e delle istituzioni pie per eccellenza, un centro perciò fervidissimo di cultualità religiosa e misticismo (R. Curia, Bisignano nella storia del Mezzogiorno, cit., p. 141).

Non trascurabile è il fatto che la corte dei Sanseverino di Bisignano fosse già sviluppata nella seconda metà del XV secolo. Girolamo (o Geronimo) Sanseverino (ca. 1448-ca. 1487), II principe di Bisignano, si preoccupò di dare una educazione adeguata ai figli, dietro ispirazione del magistero di Giovanni Pontano, che suggeriva di istruire lo spirito con gli studia humanitatis per ingentilire gli animi. Intorno al 1481 Girolamo aprì la corte ai letterati, e vi giunse il marchigiano Tideo Acciarino Piceno, che tanto contribuì all’istruzione dei giovani figli dell’aristocrazia del tempo, nel principato di Bisignano come a Cosenza (F. Lo Parco, Tideo Acciarino Piceno: promotore del risveglio umanistico calabrese nel secolo XVI, «Giornale Critico della Letteratura Italiana», 68, 1916, 204, pp. 381-394; T. Cornacchioli, Lineamenti di storia della cultura calabrese: ipotesi su un frammento. L’Accademia Parrasiana, Cosenza, Pellegrini, 1982).

1541

Nascita di Niccolò Bernardino, futuro V principe di Bisignano. Nello stesso anno, Carlo V partecipa al disastroso tentativo della conquista di Algeri. Il 25 ottobre, a causa di un brusco peggioramento delle condizioni climatiche, impedisce lo sbarco di uomini e mezzi sulla costa di Algeri. Più di centosessanta navi da trasporto e una quindicina di navi da guerra andarono perdute. Sul lido africano Turchi e Moreschi non fecero prigionieri. A fianco di Carlo V e degli altri combattenti rimasti a bordo delle navi in balìa dell’uragano, si trovava anche il poeta Francesco Franchini (D. Campana, Francesco Franchini, in Galleria dell’Accademia Cosentina – Archivio dei filosofi del Rinascimento, vol. 1, a cura di E. Sergio, Roma, CNR-ILIESI, 2014, p. 62).

1548

Pietro Antonio Sanseverino acquista il feudo di Abatemarco. Intorno a questa data il territorio governato dal IV principe di Bisignano contava i feudi di San Marco, Chiaromonte, Corigliano, Mileto, Pizzo, Francavilla, Strongoli, Sambiase, Calopezzati, Roggiano, Tarsia, Terranova, Acri, Rose, Cerisano, Regina, Lattarico, Torano, Altomonte, Saracena, Morano, Bonifati, Cassano, Francavilla, Trebisacce, Sangineto, Belvedere, Mormanno, Grisolia, Contursi, Policoro, Brindisi e Scanzano.

8 aprile 1559

Pietro Antonio Sanseverino si spegne in Francia, a Parigi, nella Île-de-France. Le sue spoglie furono riportate, dietro suo espresso volere, nella chiesa di S. Francesco di Paola di Bisignano, dietro l’altare maggiore, in una modesta cassa di legno.

Note

*: A differenza del testo di Mario Pellicano Castagna, Rosario Curia lascia risalire la data di nozze con Irene Castriota all’aprile del 1530.

Bibliografia

Fonti e studi

M. Borretti, Il viaggio di Carlo V in Calabria (1535), Messina, Grafiche “La Sicilia”, 1939.

D. Campana, Francesco Franchini, in Galleria dell’Accademia Cosentina – Archivio dei filosofi del Rinascimento, vol. I, a cura di E. Sergio, Roma, CNR-ILIESI, 2014, pp. 61-65.

M. Pellicano Castagna, La storia dei feudi e dei titoli nobiliari della Calabria, vol. I, Catanzaro, Centro Bibliografico Calabrese, 1984.

T. Cornacchioli, Lineamenti di storia della cultura calabrese: ipotesi su un frammento. L’Accademia Parrasiana, Cosenza, Pellegrini, 1982.

R. Curia, Bisignano nella storia del Mezzogiorno. Dalle origini al XIX secolo, Cosenza, Pellegrini, 1985.

R. Curia, I Sanseverino principi di Bisignano, Cosenza, Pellegrini, 1997.

F. Lo Parco, Tideo Acciarino Piceno: promotore del risveglio umanistico calabrese nel secolo XVI, «Giornale Critico della Letteratura Italiana», 68, 1916, 204, pp. 381-394.

Libro d’oro della nobiltà mediterranea. Sanseverino. Linee dei Principi di Bisignano e Duchi di San Marco, vedi su: http://www.genmarenostrum.com/pagine-lettere/letteras/sanseverino/sanseverino2.htm.

S. Mangiavillano, Luigi Tansillo al centro letterario del Rinascimento Italiano. II. I Capitoli, «Archivio Nisseno. Rassegna di storia, lettere, arte e società», 8 (2011), pp. 165-185.

A. Savaglio, I Sanseverino e il feudo di Terranova, Cosenza, Orizzonti Meridionali, 1997.

A. Savaglio, La corte, le passioni e gli svaghi di Pietro Antonio Sanseverino, in Fra virtuosi e musici. Il tardo Rinascimento nell’Italia Meridionale e la tradizione musicale e teatrale alla corte dei principi Sanseverino di Bisignano, a cura di L. Falcone, Cosenza, Editoriale progetto 2000, 2012.

E. Sergio, Bernardino Telesio: una biografia, Napoli, Guida, 2013.

E. Sergio, Bernardino Martirano, in Galleria dell’Accademia Cosentina – Archivio dei filosofi del Rinascimento, vol. I, a cura di E. Sergio, Roma, CNR-ILIESI, 2014, pp. 81-90.

L. Tansillo, Capitoli giocosi e satirci di Luigi Tansillo editi ed inediti con note di Scipione Volpicella, Napoli, Libreria di Dura, 1870, p. 148.

M.A. Visceglia, Il viaggio cerimoniale di Carlo V dopo Tunisi, in Carlos V y la quiebra del humanismo político en Europa (1530-1558), 4 voll., a cura di José Martínez Millán, Madrid, Sociedad Estatal para la conmemoracion de los centenarios de Felipe II y Carlos V, 2001, vol. 2, pp. 133-172.

D. Zangari, L’entrata solenne di Carlo V a Cosenza. Con due tavole di fac-simili della relazione anonima, Napoli, Gaspare Casella, 1940.