Andrea Suggi, Schede (2010), scheda 9

Tommaso Campanella, Monarchia di Francia, in Tommaso Campanella, Monarchie d’Espagne et Monarchie de France, textes originaux introduits, édités et annotés par Germana Ernst, traduction par Nathalie Fabry, Serge Walbaum, Paris, PUF, 1997, pp. 373-596.

Al centro dell’opera si trova la diagnosi dei rapporti esistenti tra le due maggiori potenze europee dell’epoca, Francia e Spagna, considerate da Tommaso Campanella rispettivamente, la prima, in fase ascendente, la seconda in profonda e irreversibile decadenza. Spetterebbe quindi alla prima, contrariamente a quanto sostenuto nella precedente Monarchia di Spagna, il compito di edificare la monarchia universale, sotto la quale tutti i popoli, uniti in un organismo politico unitario, seppur variamente articolato, reso coeso dalla condivisione di un’unica religione, elemento unificante e forza portante della politica, vivrebbero finalmente in una condizione di pacifica armonia. Ai suggerimenti rivolti alla corona francese affinché renda efficace la propria azione assumendo consapevolmente su di sé quello che, a giudizio di Campanella, pare essere il compito storico a essa riservato, si alternano le indicazioni degli errori nei quali è incorsa la monarchia spagnola, che, in precedenza, era apparsa destinata ad assolvere tale impresa. Il fallimento spagnolo ha motivazioni ben precise, spiega Campanella, elencate e descritte con grande realismo. Non sono però solo errori contingenti quelli commessi dagli Spagnoli: essi hanno, più di tutto, completamente dimenticato di indagare e applicare l’ordine e la legge divina insiti nella natura alla codificazione delle leggi vigenti nel loro organismo statale. Ciò ha fatto sì che la monarchia spagnola finisse per divenire un organismo del tutto privo di equilibrio, senza coesione né unità, ed è questa la motivazione principale della sua decadenza. L’indicazione dei limiti e degli errori commessi dalla Spagna, dimostratasi non all’altezza del ruolo che un tempo pareva spettarle, dovrebbe indurre la Francia, a giudizio di Campanella, riconosciuta la strutturale debolezza della sua rivale, ad assumere con determinazione il ruolo di monarchia universale. In tal senso debbono essere intese le esortazioni a impegnarsi nella conquista dei territori sottoposti agli Spagnoli, a partire proprio dal Regno di Napoli, compito che la Francia dovrebbe intendere come una liberazione da un dominio ingiusto e oppressivo, fiduciosa nel pieno consenso e sostegno da parte delle popolazioni sottomesse. In analogia con quanto scritto nella precedente Monarchia di Spagna, Campanella ribadisce anche nella successiva Monarchia di Francia la tesi della necessità di un’alleanza tra monarca e papato al fine di estendere il potere regio a tutti i popoli, unificando sotto un unico regno, pacificato e universale, tutti i popoli.