Tommaso Campanella, Informatione sopra la lettura, p. 281
propriamente, ma ex dictis processati, il quale nega in tormentis,ed
esso Campanella nega ancora; e in luoco di parole che li revelanti
gli oppongono esso porta fatti, cioe la famigliarità con Spagnoli,
l’essere stato nello Studio per Spagnolo, l’avere scritto la Monarchia
di Spagna e li Discorsi alli príncipi d’Italia e la Tragedia di Scozia per
Spagna, e li libri contra eretici e per la conversion del mondo. Or,
a chi piú si deve credere? Risponde l’Evangelio: «A fructibus eorum
cognoscetis eos» non a verbis propriis, neque inimicorum et stipendiatorum
a far lui male.
5.Perché esso Campanella stava ordinando conclusioni sopra
tutte le scienze per la conversion del mondo e contra tutte le sette,
per sostentarle l’anno seguente, che fu 1600, in Roma, nel giubileo
universale, con invenzioni e rinnovazione di tutte scienze naturali
e morali secondo la santa teologia e come le desiderò il Concilio
Lateranense sotto Leone X; e per questo avea scritto la Monarchia
di Cristiani e Del governo ecclesiastico, ordinati a fare una greggia
e un pastore di tutto il mondo con modi mirabili e sicuri: questi libri
avea dato al cardinal Sangiorgi Cinzio Aldobrandini, nominato
in processo, e l’originali stavano in casa di don Lelio Orsino.
Terzo, si prova il medesimo per la persona delli testimoni e revelanti.
In primis, perché li primi rivelanti di questa voluntà di ribellare,
Giovan Battista Bibbia e Fabio di Lauro catanzaresi, oltre il nome