Tommaso Campanella, Ateismo trionfato, p. 148
quel popolo che adora il vero Dio vivo, perché è magnanimo,
coragioso, non comporta torto et ingiustitia et avvilimento
di se stesso, e li tiranni l’avviliscono prima per
via di religione e così, sendo abandonato da Dio e di quella
generosità e fiducia che li dona la servitù de l’omnipotente, in
pena del peccato resta schiavo del tiranno, e poi il tirannoè
preda di forastieri in sé, o nelli posteri suoi, come in ogni
historia si legge.
Trovai in tertio grado quelli che adorano gl’elementi, perché,
sendo questi corpi grandi e vivi, delli quali nasceno tutte
cose, et anche li Dei, onde Platon dice che la terra è matre di
tutti Dei, manco male pare adorar questi corpi, onde gl’animali
hanno vita, corpo et anima, che non adorar gl’animali
che son mistura di quelli, massime a chi non conobbe l’anima
humana venir da Dio, ma dal fuoco o dall’aria e dalle stelle.
E tanto fu stimata questa sentenza migliore, che li filosofi
l’abracciorno, o per manco male la sostennero, et avvisaro le
genti che per Plutone si intende la terra, per Nettuno il mare,
per Giove il cielo o l’ethere, come lo chiama Virgilio,
e per Giunone l’aria, per Apollo il sole, e fu ciò meglio per
levar l’adoration delle cose morte, e fu poi di tal applauso
questa sentenza in Roma, che d’ogni cosa trovaro il Dio, et
ogni fiume Dio, e così li Greci, e poi Dio Termino, Dio Forciolo,
Dea Pomona dell’orti, Dea Cunina della cuna di fanciulli
soprastante, e pur la Febre e la Fortuna, e ’l Tremore e la
Pallidezza chiamaro Dei, stimando che fossero spiriti che cagionassero
questi morbi propriamente. E Varrone defende tal
opinione, dicendo che Dio è il tutto, e che il Mondo è animato
da Dio, e che ogni cosa si può honorare come membro di
Dio, o spirito, o moto, o atto di questo Dio che anima l’universo.