Tommaso Campanella, La Città del Sole, p. 8
Nelle mura del tempio esteriori e nelle cortine, che si calano
quando si predica per non perdersi la voce, vi sta ogni
stella ordinatamente con tre versi per una.
Nel dentro del primo girone tutte le figure matematiche,
più che ne scrisse Euclide e Archimede, con la lor proposizione
significante. Nel di fuore vi è la carta della terra tutta, e
poi le tavole d’ogni provinzia con li riti e costumi e leggi loro,
e con l’alfabeti ordinati sopra il loro alfabeto.
Nel dentro del secondo girone vi son tutte le pietre preziose
e non preziose, e minerali, e metalli veri e pinti, con le
dichiarazioni di due versi per uno. Nel di fuore vi son tutte
sorti di laghi, mari e fiumi, vini e ogli e altri liquori, e loro
virtù e origini e qualità; e ci son le caraffe piene di diversi
liquori di cento e trecento anni, con li quali sanano tutte l’infirmità
quasi.
Nel dentro del terzo vi son tutte le sorti di erbe e arbori
del mondo pinte, e pur in teste di terra sopra il rivellino, e
le dichiarazioni dove prima si ritrovâro, e le virtù loro, e le
simiglianze c’hanno con le stelle e con li metalli e con le membra
umane, e l’uso loro in medicina. Nel di fuora tutte maniere
di pesci di fiumi, lachi e mari, e le virtù loro, e ’l modo
di vivere, di generarsi e allevarsi, e a che serveno, e le somiglianze
c’hanno con le cose celesti e terrestri e dell’arte e della
natura; sì che mi stupii, quando trovai pesce vescovo e catena
e chiodo e stella, appunto come son queste cose tra noi. Ci