Tommaso Campanella, Dialogo contro Luterani, p. 152
maestà sua. Però il giuramento del Sole e Platone
non teneva, nè quel d’Agamennone per cui
fu
stretto sacrificare la prima figlia, e molto meno
quel di Erode si dovea osservare in decollare San
Giovanni
Battista.”
Giul. Si vantavano gli eretici che
Caietano fu
confuso da Lutero e questo esser stato cagione
nella Dieta dell’intenzion di Carlo Quinto data
a’
protestanti di tener la confessione Augustana.
Giac. Questi sono vanti fanciulleschi nonchè
mendaci.
Giul. Chi vuol, vede: so ben io la cagione della
concessione molto politicamente, secondo ho
udito
da uomini speculativi.
Ger. Ditela, di grazia.
Giul. La cosa va così; che Carlo Quinto facea
molte guerre, nelle quali voleva esser aiutato da’
protestanti prencipi dell’impero. Però sino al novo
Concorso per gratificarli lor concedette l’interina
e però aveva pensiero d’erigersi alla monarchia
nella
quale furono imperatori antichi, per tenere
il pontefice stesso dalla sua parte, acciò le guerre
ch’aveva in
pensiero di fare le dichiarasse giuste
e contribuisse denaro in quelle, ha sostenuto che
Lutero predicasse la
confessione Agustana, credendosi
poter estinguerlo quando non potesse più
farlo: ma risoluto a suo danno come
dichiara
l’autor nostro della Monarchia che i membri di
questa cristiana repubblica simili sono a quelli
del
corpo dei quali quando puol’esser capo, perde
la virtù di capo e di membro. Questa è la falsa
ragion di stato
umano che contra il destino e ordine
divino ogni cosa dalla sua prudenza s’impromette,
la monarchia è destinata
nella persona
del papa, avendo l’oracolo detto che sia un gregge
e un pastore.
Ger. Questa opinione è fondata in aria, e indegna
a dirsi di Carlo
d’Austria.
Giac. Dite bene, Signor Marchese,
perchè sono
invenzioni degli emoli della grandezza di Casa