Tommaso Campanella, Dialogo contro Luterani, p. 170

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Puoi fare quei segni che fece Cristo in
confusione de’ farisei? Hai quei segni che diede
Cristo a gli Apostoli? Puoi fare quel che fece San
Domenico in Tolosa quando la fede che adesso
tiene la chiesa romana, in una carta scritta e buttata
al fuoco uscì tre volte illesa e quella de gli
eretici arse? e così fe’ ammutire i sacerdoti nemici,
e quel che fe’ San Francesco di Paola? E non
rispondendo egli ma fuggendo i scartabelli polemici
si doveva porre egli in una fornace di fuoco
insieme con la sua confessione, e dire al popolo:
Se questo è profeta innocente uscirà dal fuoco
come i tre fanciulli posti da Nabuchodonosor,
come il discepolo di San Giovanni Guidalberto
in Firenze, e come Daniele dal logo de’ leoni, perchè
sendosi vantato d’essere messaggiero di Dio
in così causa importante, se è vero, non sarà da
Dio abandonato, se nò arderà come Cecco d’Ascoli
e Giovanni V e altri suoi pari.

Giac. 7 Tutto sta bene, ma non si può nel punto
l’uomo risolvere, come facciamo noi che dall’esperienza
loro facciamo miglior giudizio; ma da
oggi innanzi vorrìa che così si procedesse contra
gli eretici e settarii novelli.

Ger. Io sono chiarito di tutto il progresso delle
calunnie che alla dottrina cattolica impongono
questi ribaldi senza fondamento e senza carità,
ma per farsi molti parapetti, ognuno volendo far
bollire la sua pignatta.

Giul. A punto di questi profetizza Geremia,
quando vidde nell’Aquilone ove costoro abitano
quella pignatta di quel gran foco bollente d’onde
procede ogni male, perchè sendo quella nazione
più d’ogni altra data alla gola, ogni cosa divina
e umana trascura per far bollire la pentola, onde
galantemente disse un poeta (siami lecito dirlo
in latino, di grazia).
Olla Lutherus erat fervens Aquilonaris aeram
Illinc in mundum panditur omne malum.

Giac. Siete voi sazio, Giuliano, d’aver recato al

7 Così nel testo, ma l’interlocutore dovrebbe essere probabilmente Giulio.

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