Tommaso Campanella, Dialogo contro Luterani, p. 90
detti del maestro, perchè la bugia per natura è
mutabile, han fatto moltissime sette, le quali numerò
maestro Tomaso ieri: ma tutte s’accordano
contro al nostro pontefice, perchè questo essendo
Capo della vera
Religione, tutte le false ha contra,
e quelle si mantengono in unione in quanto temono
che un giorno i principi
cristiani mossi
dalla pietà del papa loro diano il dovuto castigo.
Ger. Io mi meraviglio (se così è) come siano
moltiplicate tanto.
Giac. I perversi difficilmente si correggono e
infinita è la schiera delli sciocchi (disse Salomone)
e molto più con verità nel settentrione, dove hanno
li
spiriti sopiti dentro, e uniti sproporzionatamente
per lo freddo, il quale non lasciando esalare, ne
purgare il
loro cambio, si stringono in dentro, e
s’impediscono, e ballano e più agevolmente s’infuriano,
onde viene impedito
loro il discorso, e
cresciuta la forza impetuosa; per la qual cosa naturalmente
anco sono ostinati (come dice
Cesare
che li ha provati) e la plebe ancora è desiderosa
di mutazioni e di quelle massimamente che di
servitù
in libertà licenziosa passa, nalla quale
(come dice Cornelio Tacito e tutti gli esperti)
non san tener misura, e
quivi ci è gran licenza,
si credeno salvarsi solo per credersi nell’animo
questo punto e che non si ha bisogno
digiunare,
e astenersi dall’ebrietà, cose amicissime di quella
nazione: ne anche confessare i peccati al
confessore
sacerdote, cosa che piace specialmente alle
donne che sono la metà delle genti, essendo tutte
avvezze nei vizii del ventre, loro pare essere impossibile
di lasciarli; però facilmente s’imaginano
che in
noi non ci sia il libero arbitrio, e quel ch’è
difetto dell’istituzione fanno difetto di natura,
come avviene che
ciascuno a se stesso applaude.
Con questa sorta di religione presero anche occasione
d’ubbidire a’ prencipi, però
non è meraviglia
che siano tanto moltiplicati.
Ger. Anzi intendo che nel Settentione sono