Tommaso Campanella, Epilogo magno, p. 262
sole non lo fa salso e grosso tirandoli il dolce, poiché i fiumi e
le pioggie lo restituiscono, e più; ma è così per nasciemento; et i
laghi per questa ragione d'Aristotele sarebbono più salsi, agendo il
sole in essi; e l’acque dolci cocendosi si farebbono salse, il che è
falso. E l’eshalazione che finge Aristotele scendere con le pioggie
et eshalare il mare farìa più salsi i laghi, massime quei che fa
l’acqua piovana, la quale in vero è dolce né si lassa da lei l’eshalazione
a basso tirare. Se il sole ha scemato il mare, presto lo struggerebbe
del tutto e finirebbe il mondo, posto eterno d'Aristotele.
Anzi dovria haverlo fatto, il che non fa in secoli eterni secondo
lui. Dunque è tanto picciolo e di tali qualità e luogo per natura:
e così lo fece Dio; et quel che fece da principio è naturale alle
cose e non miracolo nuovo. E chi dice che dovrìa esser freddo et
dolce e più grande della terra, sì che la copra, vene ad emendare
Dio e la natura d'ignoranza et d'impotenza, quasi non
havessero potuto e saputo far le cose come dovevano essere;
e non è investigatore, ma compositore delle cose. Ma perché hanno
errato dicendo che 'l mare era elemento, veggendo poi non esser
in lui la quantità et qualità e luogo convenienti a tal elemento
secondo la loro opposizione, tenaci del falso, dissero che prima non
era così, ma fu mutato dal sole. E altri dissero che per natura Dio
lo doveva fare altrimenti, ma per miracolo fu così fatto. Et io
dico che non dovea essere altrimenti, perché ogni uno potrebbe
compor il mondo a capriccio e dire che dovea essere come egli se
l’ha pensato, ma Dio per miracolo lo fece così. E la Scrittura, quando
dice che pose freno l’arena al mare, parla della legge naturale che