Tommaso Campanella, Epilogo magno, p. 542
Peroché doveva considerare, ch'egli solo era l’humore constitutivo,
et gli altri escrementi, come Aristotile contro a sé stesso ben
disse, et non respondono alla regola ragionevole di Platone. Hippocrate
in ciò negò sé stesso aggiungendo le quintane, et
ben disse che il corpo si compone di spirito humido et solido. Hor
come l’humido solo fa li quattro elementi? Et ogni humore è
generato dal caldo agente con varie attioni in varie parti di materia:
dunque saranno tutti caldi, chi più chi meno. Rispondono
a quattro stagioni, fatte da più et men caldo del sole et non dai
quattro elementi.
e. Il freddo poi e rigore delle febri non viene da freddezza
d'humore, poiché la terzana, fatta d'ardente collera, pur ciò face, ma
dalla mordicatione del muscolo, overo dalla fuga dello spirito
e dalla pungenza, che fa ritiramento dello spirito et
senso di freddo: come nella paura avviene, quando lo spirito fugge
dentro et le parti estreme rimaste senza il suo caldo si stringono
et sentono freddo. Bene Avicenna ciò seppe.
f. Dell’ethico è fresco il tatto in principio per lo picciol caldo,
morde poi per l’aridità della materia. Ma nelle diarie è blando
il tatto, soave et humido; nelle putride mordace, tanto più quando
è d'humor bilioso e si sente la battuta acuta; et quando è malinconico
si sente scabroso, come se toccasse grattarole calde, ché