Tommaso Campanella, Epilogo magno, p. 547
per poca cosa, et contro a molti, et non per il dispreggio
ma per il dolore, si dice temerità et audacia, et è vitio che
distrugge. Quella che a nessuno s'oppone, non per
impotenza ma per elettione, et si lascia disprezzare per
paura della vita o della robba, si dice timidità.
[AVERTIMENTO.
a. Errò Aristotile, che pose la fortezza esser
virtù della parte irrationale dell’huomo, imperoché conoscere i,
disprezzo e trattar gl’imperij è atto di gran ragione. Erra Platone,
mentre dice esser virtù dell’irascibile, che sta nel cuore, perché
nelli nervi si essequisce l’ira, et nelli occhi appare, organi della
testa. Et si fa con ragione, perché non ci adiriamo contra