Tommaso Campanella, Monarchia del Messia, p. 127

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dice san Paolo. Dunque, tutte sue potestà pendono da questo capo,
se non è mostro. Di più questa republica ha legge da Christo, né ci è
altra legge tra christiani, se non l’evangelica. Dunque ogni elettione,
successione, guerra e compra s’ha a regolare con l’evangelio; di cui
sendo primo ministro il papa, egli sarà il signore, giudice e norma di
tutti i governi de christiani.E se ben si trovano altre leggi civili, queste
non stanno come pendenti da altro capo avanti a Christo, ma in
quanto sono approbate da Christo, o dal suo vicario, o almeno permesse
donec evacuaverit omnes principatus, et potestates.Questi opinanti
del contrario non considerano Christo come Dio humanato, e
come prima raggione architetrice e governatrice d’ogni cosa, ma
come un settario di dominio particolare institutore, e non d’universale;
e lo stringono alle regole d’Aristotile il quale non conobbe la
providenza, né il futuro secolo, né la virtù della religione, né il regno
universale che egli ha per impossibile.Hor come ponno giudicar
bene, sendo imbevuti di questo pregiuditio mal posto, che sia altra
la legge della natura che quella di Christo, e che sia Christo legislatore
particolare. Io dico così che ogni prencipe, facendosi christiano,
entra nella Chiesa, che è regno celeste: per questo regno, che è la
pretiosa margarita dal Vangelo celebrata, bisogna lassare ogni potestà
et ogni bene temporale, e sottoponerlo alla legge, et al legislatore, et
al vicario suo. Dunque da lui lo riconosce poi, perché se egli li dicesse
che non può tenerlo, saria obligato obedire, come gli hebrei fattisi
christiani lassano tutti li beni loro, perché il papa presupone che
siano di male aquisto. E questo fece Costantino et altri prencipi
savij, ancorché quel tempo non comportava tanto rigore, per facilitar
la via del Vangelio. E’ vero che la gratia non strugge la natura, ma
la natura guasta corregge, et affina, né si può far questo, se non sottopone
ogni sua potestà al correttore, e ne ritenga solo tanta, quanta
giudica il capo della christianità essere giovevole a lui, et a tutta la
repubblica. Di più, la republica christianaè una, come il corpo, o
famiglia, o nave, et è riscattata con il sangue di Christo, e tutta da
lui pende, e dal suo vicario. Dunque, quando transferisce con l’elettione
la potestà sua nel prencipe, la trasferisce in quel modo che ella
l’ha, e perché essa è Chiesa, e dunque sposa del Sommo Pontefice;
ma la sposa non può dare, se non quando il marito permette.Però
avvenga che il prencipe dal popolo dependa per l’elettione, tanto più
deve pendere dal papa, che può annullare l’elettioni del popolo sua
sposa e gregge, et irritare, correggere e donare. E che sia così egli
depose Childerico, re di Francia, non per scisma, né per heresia, ma
solo perché era inetto al regno. Egli donò l’elettorato a sette prencipi

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