Tommaso Campanella, Monarchia del Messia, p. 140

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regola che lassò Dio, esser resoluto se sia bene o no. E dove non ci è
legge vale l’arbitrio del principe zelante dell’honor di Dio e del prossimo.
E se devia in cosa rilevante, non in ogni minutezza, che sarìa
pedanteria, può essere e deve essere corretto dal pontefice. Questo
dichiarò Christo a santa Brigida nel 4, in capo 3, dicendo che Rex
non est dominus coronae, sed rector
. E poi: Non est nisi mediator, et
conservator regni, et populi, et defensor
. E nel 7, a c. 16, si lamenta de
presenti prencipi così fatti alla macchiavellesca: Nunc regna sunt puerilia
et deliramenta, et latrocinia, quia sicut latro quaerit modum, et
tempus, quo insidietur, et obtineat lucra, ne notetur; sic reges inquirunt
quomodo genus eorum elevetur, quomodo pecuniae imbursentur, quomodo
subditi sapienter onerentur, et libenter faciunt iustitiam propter
lucrum temporale, non propter aeternum
. E promette spesso il giuditio
contro loro. Il Soto dice che il re ha la potestà della republica e
che è signore. Ma il papa da Dio, e non è signore, ma dispensatore.
Io ti dico che questa è minoranza loro, e non maggioranza, che
quanto più hanno la potestà dalla republica, tanto meno ponno
maltrattarla e dominarla, ma come fratelli maggiori eletti al governo
de minori devono trattarsi, e non con superbia e fasto de prencipi
gentili.E perché a loro basta l’elettione con la successione data dal
popolo, et il popolo non ha signoria sopra il papa, come le pecore
non han sopra il pastore, ma bene soggetti sono; quella potestà che
hanno li prencipi dal popolo soggetto all’obbedienza del papa si
transferisce con la medesima obedienza e limitatione. Talché il gladio
e la potestà loro depende dalla potestà superiore, et hanno
manco forza di signoria che non il papa de iure, benché de facto s’usurpino
più alcuni. Del che son ripresi dalli detti e fatti di savij
imperatori, e regi.
Dapoi segue che non possino far guerra contro la giustitia dichiarata
nella legge evangelica per li canoni, ma solo a difesa del popolo
christiano, non per aquistar regni, dominij, et honori falsi sopra le
altre nationi o christiane, o pagane, perché essi non sono altro che
defensori e rettori delli popoli loro; ma sendo ingiuriati ponno guerreggiare,
come per giuditio bono consta la raggion loro.E perché
alle volte un christiano move guerra all’altro senza raggione o è inetto
al regno, o scismatico, o heretico, o publico peccatore enorme, o
tiranno, può il papa deponerlo, e metter principe migliore, et armar

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