Tommaso Campanella, Politici e cortigiani, p. 157

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come è scritto: «Mei autem pene moti sunt pedes etc., quia zelavi super iniquos,
pacem peccatorum videns» etc., se non è saldo come un Ieremia e
David e Abacuc e altri, che si dolsero di ciò assai, e non apostataro.
Con che disegno e utilità Dio esalta i malvaggi antevisti pronti al male, e
quel che essi credono della loro essaltazione, e come difficilmente
ponno rivedersi che son boia di Dio per la mala prattica ed
esempio, e per la dottrina de Epicurei, e peripatetica
officina del Machiavellismo, e della caduta
varia di loro
Cap. VII
Primo. Questa mal inclinata gente, vedendosi essaltare, e massime per mal
arte, se prima credeva qualche poco la religione, poi crede meno, perché dicit
intra se
: se Dio fusse, che guida le cose, sapendo che io sono sconscienziato, e
non lo credo troppo, non mi alzeria a questo grado, dunque o le stelle o il caso
e «manus nostra excelsa, et non Dominus, fecit haec omnia». Così pensò
Giuda: Se questo Giesù fosse Dio, saperia che io mi rubbo i denari, e che
penso mal de compagni e di lui, e non mi averia eletto a megliorar il mondo
con gl’altri per il regno di Dio; dunque posso ben tradirlo, perché averò trenta
altri denari di più, e la grazia de ladroni, che diavolo voglio più andare mendicando.
Lo stesso fanno e pensano gl’officiali e prencipi malvaggi, ma Dio la
vede e si serve di questa lor malvaggità, non da sé voluta e fatta, come pensa
Lutero, ma ordinata solo al suo fine, come il prencipe per la giustizia publica
si serve del boia non come di bono, ma bono a questo effetto, tal che, pensando
essi far contra la volontà di Dio, esseguiscono la volontà di Dio, e in questo
pensiero s’ingannano, e di questa razza di gente maliziosa intende David quando
dice: «Verumtamen propter dolos posuisti eos, deiecisti eos, dum alleviarentur»,
e non come stima Lutero e Calvino di tutti a capriccio di Dio cadenti,
perché invero tutta questa canaglia o more di mala morte d’altri occiso,
come Ezzelino tiranno di Padoa, o da se stesso come Giuda e Achitofel, o
perde lo stato subito in sé, come Absalon, con la vita, e Cesare Borgia, o
poco subito ne figli, come Castruccio Castracane e Paolo Guinisi, tiranni di

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