Tommaso Campanella, Ateismo trionfato, p. 190

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il Mondo evidenti, nella patientia, nel dire il vero in faccia
contra dottori, preiti e monaci di quel tempo, contra prencipi
e contra ogni violator de la verità e della giustitia, e morire
tanto costantemente per quella ambasceria celeste e buona
nuova che portò al Mondo del regno di Dio in lui cominciato,
come potrà alcun suspicar fraude o inganno in questo
huomo?

Chi cerca ingannare, non crede a quel che dice, e non mette
la vita per quel che predica. E si egli si era ingannato, credendosi
o per sua frenesia o per detto altrui che era Figlio di
Dio (onde molti lo teneano per pazzo, anche li parenti, nonché
Herode e suoi consimili), e come ingannato predicava
quella follia, come molti pazzi io vidi vantarsi bestialmente,
certo non sariano sequiti tanti miracoli.
Né si può dir che egli questi habbia finti, poiché si dici che
era ingannato in se stesso, non potea essere inganatore e fingitore.
Né Dio che guida il Mondo e mostra in ogni cosella
mirabil providenza haveria concorso con tanti segni ad una
follia.
Di più, gl’Apostoli, che erano semplici huomini buoni,
inetti a far inganni, ma piutosto atti ad esser ingannati, non
haveriano consentito e cercato morire per difender gl’inganni
di Christo contra li prencipi loro e contra la legge loro. E se
tutti insieme con Christo si ingannaro, non haverian potuto
poi senza Christo fare da sé tanti miracoli, e convincer la gente
e tutto il Mondo con patientia, e dottrina celeste, e
con segni stupendi.
E come potea Christo, sendo matto, dare loro la potestà
contra li spiriti maligni, e di sanare infermi, e di vincer le
serpi e li veneni, come dice san Matteo, s. Luca e s. Marco,
che li mandò a predicare il vangelo del regno etc., e li diede
potestà di tutte queste cose, e che senza oro e senza provisione

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