Tommaso Campanella, La Città del Sole, p. 18
Tutte le stanze sottane sono officine, cucine, granari,
guardarobbe, dispense, refettori, lavatori; ma si lavano nelle
pile delli chiostri. L’acqua si getta per le latrine o per canali,
che vanno a quelle. Hanno in tutte le piazze delli gironi le lor
fontane, che tirano l’acque dal fondo solo con muover un legno,
onde esse spicciano per li canali. Vi è acqua sorgente
molta e nelle conserve, a cui vanno le piogge per li canali delle
case, passando per arenosi acquedotti. Si lavano le persone
loro spesso, secondo il maestro e ’l medico ordina. L’arti si
fanno tutte nei chiostri di sotto, e le speculative di sopra, dove
sono le pitture, e nel tempio si leggono negli atri di fuora. Son
orologi di sole e di squille per tutti i gironi, e banderole per
saper i venti.
Ospitalario. Or dimmi della generazione.
Genovese. Nulla femina si sottopone al maschio, se non
arriva a dicinov’anni, né il maschio si mette alla generazione
inanti alli vintiuno, e più si è di complessione bianco. Nel
tempo inanti ad alcuno è lecito il coito con le donne sterili o
pregne, per non far in vaso indebito; e le maestre matrone
con li seniori della generazione han cura di provederli, secondo
a loro è detto in secreto da quelli più molestati da Venere.
Li provedono, ma non lo fanno senza far parola al maestro
maggiore, che è un gran medico, e sottostà ad Amore, prencipe
offiziale. Se si trovano in sodomia, son vituperati, e li fan
portare due giorni legata al collo una scarpa, significando che
pervertîro l’ordine e posero li piedi in testa, e la seconda volta