Tommaso Campanella, La Città del Sole, p. 37

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mirava di buono aspetto Mercurio e Venere, e non facea
aspetto quadrato al Sole. Stava Saturno entrando nella quarta
senza far mal aspetto a Marte e al Sole. La Fortuna con il
Capo di Medusa in decima quasi era, onde essi s’augurano
signoria, fermezza e grandezza. E Mercurio, sendo in buono
aspetto di Vergine e nella triplicità dell’asside suo, illuminato
dalla Luna, non può esser tristo; ma, sendo gioviale la
scienza loro, non mendica, poco si curâro d’aspettarlo in Vergine
e la congiunzione. Or essi mangiano carne, butiri, mèle, cascio, dattili, erbe
diverse, e prima non volean uccidere gli animali, parendo
crudeltà; ma poi, vedendo che era pur crudeltà ammazzar
l’erbe, che han senso, onde bisognava morire, considerâro
che le cose ignobili son fatte per le nobili, e magnano ogni
cosa. Non però uccidono volontieri l’animali fruttuosi, come
bovi e cavalli. Hanno però distinti li cibi utili dalli disutili, e
secondo la medicina si serveno: una fiata mangiano carne, una
pesce e una erbe, e poi tornano alla carne per circolo, per non
gravare né estenuare la natura. Li vecchi han cibi più digestibili,
e mangiano tre volte il giorno e poco, li fanciulli
quattro, la communità due. Vivono almeno cento anni, al più
centosettanta o ducento al rarissimo. E son molto temperati

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