Tommaso Campanella, Epilogo magno, p. 203
altre più et meno secondo che più o manco è lontana dal
sole, et gli occhi nostri s'intramezzano tra loro. Et questo
divario della luna fu utilissimo secondo il consiglio divino
alla diversità delle cose inferiori, et a non struggere la
terra.
[DISCORSO SETTIMO]
Delli pianeti.
Gli altri pianeti non hebbero tanto calore che potessero
alle stelle superiori agguagliarsi, perché furono
approssimati al contrario; e 'l Senno providde così, perché
non fusse da loro distrutta la terra et guasta la statua, il
che non fanno le superiori per la lontananza.
[AVERTIMENTO.
a. Quindi si risolvano le ragioni d'Aristotele e degli altri, che pensano
il cielo non essere di fuoco perché brusciarìa la terra. Il
moto non è contrario al moto, ma alla quiete: però sono due elementi,
l’uno mobile et l’altro immobile. Il fuoco va in sù, e non
potendo andare più alto né tornare al nemico, necessariamente si
muove di moto circolare, essendo di natura mobile, opposto alla
terra di natura stabile.]