Tommaso Campanella, Epilogo magno, p. 427
una facoltà incorporea a far il moto: cosa finta, perché da quattro
elementi, onde essi compongon ogni cosa, questa facultà
non viene generata. Et non considerano la sottilità de lo spirito,
che per non visibili forami passa nelle gambe delle mosche.
d. Dunque l’anima de i bruti e quella che in noi Aristotele
connobbe non può esser atto di corpo, se è di corpo organico; dunque
sta in corpo come in organo; ma l’agente non può esser forma
del suo stromento, perché sarebbe temperie di quello. Ma io
posi la mente forma indipendente, il che può stare, perché lo dice
il Consillater, benché il Toledo poco ci acconsentisca.
e. Non si può congiungere naturalmente cose dissentienti e
far un composto, se l’una non ha bisogno dell’altra. Quando Dio
infonde la mente non si guasta il lavoro, risolvendosi sino alla materia
nuda, perché invano sarebbe fatto, né l’anima in istanti potrebbe
un disfarne et un farne, ma perfettiona il lavoro già fatto,
come dice Scoto.
f. Sant'Agostino dice che l’huomo costa di mente, spirito
et carne, per le parole di S. Paolo, «Si spiritus orat, caro
orat, mens autem supervacua est», perché lo spirito si fa di sangue
assottigliato come la carne di sangue ingrossato. Ma sant'Ireneo
antepone lo spirito alla mente per contrario, perché egli intende
dello Spirito Santo che avviva il corpo mistico della Chiesa dei