Tommaso Campanella, Epilogo magno, p. 491
[DISCORSO SETTIMO]
Delli sogni.
Può l’imaginativa assai: ma dormendo più, perché
ogn'humore che ascende in testa move lo spirito animale
in diverse guise. Però, l’humor colerico travagliando, li
par combattere; s'è la caldezza, gli pare d'haver sete
et si ricorda de i fonti dove si beve; s'è malinconia,
gli pare demonij vedere et cose spaventose; se vapori ascendono
ne i quali lo spirito sopra li montò, gli par volare et
notare; et se si dividono, li par cascare; et se flemma dolce
casca nella lingua, li par mangiare miele; et se altri humori,
altre cose. Et ogni parte del corpo ha forza di cagionare
nova passione. Però se il seme abonda et prurisce, si
crede congiungersi con femine: et quella che prima nella
memoria si representa, sia pur sua madre, gli par essere
con essa a venere, et insiememente dispiacergli, quando gli
si desta la memoria della prohibitione dell’atto; et pure gli
pare non poterlo lasciare, perché lo spirito nelli testicoli è