Luigi Firpo, La Congiura di Calabria, doc. n. 8, p. 228
VII. Il cardinal Giulio Antonio Santoro
a monsignor Alberto Tragagliolo
(Roma, 9 giugno 1600)
Molto Reverendo Monsignore come Fratello,
Le due lettere di Vostra Signoria de' xij. et xjx. di Maggio furono lette
giovedí
prossimo passato nella Congregatione avanti la Santità di Nostro Signore
et quanto al particolare che ella avvisa, che Fra Tomaso Campanella
si finge pazzo, et non vuol giurare ne rispondere à quello
che se gli domanda le dico che Sua Santità rimette all'arbitrio di
Monsignor Nuntio e di Vostra Signoria, e del Generale Vicario
Archiepiscopale
di dargli la corda per havere da lui la precisa risposta, con avvertire
di non interrogarlo de' capi del negotio principale, per non
debilitare le ragioni del Fisco, et in somma ella che si trova in fatto
insieme con Monsignor Nuntio, et Vicario Archiepiscopale
usi ogni mezzo espediente, et legitimo per venire in cognitione
della verità intorno all'heresie che si pretendono proferite dal
Campanella, et suoi complici, come ricerca la gravità della causa,
et si confida nella sua prudenza, e destrezza. Con che la saluto,
pregandole dal Signore ogni contento. Di Roma a' jx. di Giugno
M.Dc.
Di Vostra Signoria molto Reverenda come Fratello Il Cardinale di Santa
Severina.
[a tergo] Al Molto Reverendo Signore come Fratello
Monsignore Vescovo
di Termoli.