Tommaso Campanella, Ateismo trionfato, p. 113
E questo sente Tertulliano, Lattantio, Ireneo, Sulpitio, s.
Clemente, Clemente Alessandrino, Origene, s. Bernardino, e
le Sibille e li profeti, l’Apocalisse, li Platonici, e quanti scriveno
de ottima republica, e li poeti di seculo aureo, lo qual,
secondo tutti, Christo venne a restituire e tirarci nello stato
innocente. E perché li Celiasti erraro pensando che altro paradiso
che questo non sarà poi, e che si regnerà mille anni dissero
li millenarii in questo, e Macometto pose il paradiso di
Bacco e Venere, non intendendo questa dottrina, però
la chiesa ne parla poco, e li dottori taceno: molti l’han per
sospetta dottrina; molti l’oscurano; ma chi guarda le scritture
bene, e la convenienza di Dio, e lo desiderio et applauso di
ogni Natione, confesserà questa intelligenza.
Ma se non fosse, non però toglie la verità, che la repubblica
di Christoè secondo la natura e possibile, e che chi più l’osserva,
meglio vive in terra et in cielo, e che la monarchia in
Pietro fundata è naturalissima, e la politica di tanti vescovi et
arcivescovi e ’l senato di cardinali, delle quali cose nel libro
della Monarchia universale di Christiani ho parlato, e fatto
vedere che secondo la natura non potettero li filosofi formar
meglior republica di questa ecclesiastica.
Mi si potria dire che non è uffitio di legislatore prohibire
tutti vitii et ogni virtù commandare: ma questo è di filosofi,
che tutti scriveno di vitii e virtuti, e dissero quel che
disse Christo. Io rispondo che non è uffitio di legislatore humano,
ma ben del divino e di Dio e della prima ragione, che
non lascia macula nella sua legge. E che li filosofi han tutti
conosciuto questo esser secondo la natura savia e perfetta, e
che ne parlano come testimonii di questa verità.
Dal che si vede ben come Christoè la stessa ragion viva, da
cui tutti li rationali filosofi lume hanno o di natura o di gratia;
e che ogni filosofia fu data, secondo dice Cirillo, «quasi
cathechismus ad fidem». E tutti tra li veri amici posero la