Tommaso Campanella, Ateismo trionfato, p. 116
giornalmente, e questo è l’aiuto sopra naturale che li
sacramenti come stromenti conferiscono. E se tu neghi questo
aiuto, perché, sendo l’animo tuo finto, non lo senti in te e
non lo ricevi, e la magior parte de la gente quasi n’è esclusa, si
vede il contrario nelli santi e buoni e ben credenti, che con
tali rimedii si sentiano adolcir l’animo, e confortare, et andar
in estasi; e sempre di tale gente tra christiani si n’è vista, et
hoggi ce ne sono, e negar questo è troppo affettata ignoranza.
/Di più, benché la natura non comandi li sacramenti,
non però li prohibisce: né son cose che a tutte nationi non
possano convenire et a tutte persone, qual fu la circoncisione
solo a maschi e con difficultà, e l’astenersi dal porco e di altri
cibi, che in molti paesi son utili, et usare tante lavande che
solo son buone in qualche tempo e luoco, e sacrificare animali,
che non può farlo si non chi è ricco. Dal che si vede che li
precetti cerimoniali di Christo sono a tutti possibili e sempre,
e dove sono impossibili, scusano dal peccato, e che sono di
legislatura universale, et alla natura non contradicenti, ma
aiutanti.
Anzi, trovo di più che sono pur simboli naturali et appropriati
all’istitution morale, perch’è naturale usanza che, quando
uno entra in militia\ o in scola, piglia qualche segno e
renuntia alla p<rim>a vita, e dà la fe’ al suo prencipe o maestro,
e questo si fa nel battesmo, e chiunque ha proposito di
farlo, si non può farlo, si salva in Christo, perché, come dissi,
non è il sacramento empiastro, ma strumento, senza il quale
Dio dà la gratia a chi si dispone e lo riceve tra suoi.