Tommaso Campanella, Ateismo trionfato, p. 157
che era il seno di Abramo, e pura infelicità nel Tartaro,
perché Abramo e gl’altri padri santi et heroi stettero in questo
luoco. E ci era revelatione di questo secreto publica. Onde
Iob, il cui libro si crede esser scritto da Mosè, parla de l’inferno,
del fiume Cocito e della resurrettione, e così la Sapientia
e l’Ecclesiastico chiaramente, e li profeti misticamente.
Ma e la setta di farisei tenea ciò senza dubio, e Christo
espose di Esaia passi che questo affermano. Pur perché ci era
ab antico la fede de le genti tutte del paradiso et inferno e
purgatorio, come Socrate, Pittagora, Platone, Virgilio
et altri asseriscono, ma non sapean tutte le nationi la venuta
del Messia, e che a lui prima toccava ascender al cielo, però
dissero che molti heroi non alli campi Elisei, ma in cielo erano
assonti, come di Romolo e di Cesare e di simili si dice. E
tutte queste cose velò Moise nella legge, perché non era tempo,
et in Iob le dichiarò con modi chiari e sacri.
Non si deve poi stimar il diavolo causa per sé, da Dio non
dependente, ch’habbia più regno che Dio e possa in noi più
che Dio, perché se tutti gl’huomini havesse, son nulla a rispetto
di quanti angeli tiene una stella sola.
Poi dico essere il diavolo birro di Dio, e non competitore
come il volgo si crede, e che dovendo Dio punir li rei, non
può da sé in quanto è sommo bene ciò fare, perché è ottimo e
suavissimo, e dal bene non può male né dolore così procedere.
Dunque ciò ha dato al demonio perverso, in cui si modifica
la possanza di Dio in maniera punitiva per la perversità
del recipiente.
Et il diavolo gode di questo uffitio, e quelli che son tormentati
seco biastemano, e questa è una comedia al cielo, e