Tommaso Campanella, Ateismo trionfato, p. 172
tra noi anchora comunicando e mangiando lo stesso corpo
tutti insieme, poiché siamo insieme un corpo mistico della
sua Republica, e del suo corpo vero da tutti insieme mangiato
comunicamo, e quanto più penso l’altezza di questo secreto,
più la trovo degna di Dio.
/Le republiche humane, quanto più sono unite, più rapresentano
un corpo secondo Platone et il Telesio et ogni buon
filosofo. Dunque conviene a Christo farla unitissima assai
più che non la descrive Platone tutta in comunità. E questo
solo secreto si trova di far l’interna unione soprana a tutte
l’altre: «Volo pater ut omnes unum sint in me», disse egli
pregando. Similmente\ coloro che congiurano, per mantenersi
fede et amore tra loro, mangiano e beveno di una mensa,
e spesso il sangue beveno in un bicchiero, perché lo medesimo
spirito in tutti si comunichi, come fece Catalina con
tutti suoi congiurati. Dunque, per farsi li Christiani un corpo
«cuique est unus consensus uniusque membrorum conspiratio»,
come disse il grande Hippocrate, è di gran sapere,
come san li dotti in magia naturale, haver trovato tal modo di
compaginare et unire li membri di una Republica con
il suo corpo e sangue vitale deificato. Onde ci deifica in lui et
unisce in amor divino in uno spirito di ragione divina molto
più atto a far questo che la naturale magia. Che fa a dui, per
conciliare amore, mangiar la medesima cosa piena di spirito,
o due cose che si amano, come due colombe maschio e femina,
perché il nutrimento muta pur in sé parte il nutrito, come
mostra il vino che imbriaca, e la carne di bue che mangiò
rape odora di rape; almen produce simbolo. Hor la carne di
Christo deificata, che muta noi in lei, non come il cibo comune