Tommaso Campanella, Ateismo trionfato, p. 19
di ambition spogliar si puote, né per conseguenza d’ignoranza
in tutto. Socrate molto lodai sopra ogni filosofo, et li
suoi consimili.
7. Trovai pur una schiera di huomini fragili che, tirati dall’
usanza e dal veder che li sacerdoti e prencipi sono sconscientiati,
essi pure fanno il peggio che sanno, e si pensano di esser
scelerati, e nella credenza stanno stupidi, pensando che il mal
sia male, et il ben bene, ma che sia dapocagine ad esser
manco tristo degl’altri. Han la credenza del creatore e della
lege loro, ma si conformano più all’usanza, e se pur non credeno,
son tirati d’argomenti efficaci per il loro interesse; nondimeno
fan benefitio al prossimo, non son maligni, ma scherzano
con l’abuso. Tra questi son gl’epicurei, e gl’Aretini, e
Franchi, e le meretrici, e publicani. E tal gente son facili, anzi
subitanii, a convertirsi a miglior via, se da esempio buono e
forte ragione son mossi; e sempre si trovano di manco sceleratezza
notati, che li farisei e scribi sofisti, et hipocriti, tanto
ostinati a finger la scienza e la bontà che non hanno, che la
magior parte di loro si lo crede di certo che sia bona e savia,
perché sa quattro sofismi et un libricello, e paga Dio di inchini,
e scapulliatura, e di recitar orationi, alle quali non pensa
né l’intende, e questi si pensano servire a Dio mentre si
serveno di Dio. Ma li principi loro ben sanno che di Dio si
serveno, ma a Dio non serveno.
Hor veggendo che l’openion propria, o quelle di suoi amici
o di antecessori, o della setta comune, e la consuetudine della
credenza, e la natività prava, o prava educatione portan tanto
male nel Mondo, io, trovandomi di buono intendimento per
natura dotato, e di memoria prontissima e tenacissima, mi
son risoluto a riconoscer quel che credo.