Tommaso Campanella, Ateismo trionfato, p. 20
Argomenti onde ognun si può movere contra la
Religion christiana in questo secolo, e di
tutti legislatori del Mondo: e
come si mosse il senno a
veder il vero.
Cap. II
Io senno mirando in tutta la natura viddi, sicome nella mia
Metafisica dimostrai, ogni ente componersi di potenza, sapienza
et amore, benché semplice sia, e che tanto è e vive,
quanto può essere, sa essere et ama il proprio essere, e se non
può o non sa o non vuole più, si perde.
Scorsi lo stesso nelle arti del vivere, e che ognun vive come
potente, o come sapiente, o come amante e buono per lo più,
perché nullo senza queste tre eminenze può serbarsi. Li potenti
son li prencipi e signori; li sapienti, li artefici e scientiati;
gl’amanti son l’amici loro, li servi loro o di Dio, e la gente
imbelle et inerte, atta alla pietà et amorosanza, nella quale
servendo altrui si conserva, come donne, servi, sacerdoti e
simili: ma chi è illustre in tutte tre, o in due eminenze, chi in
una, e quanto è maggiore l’amore loro verso il publico, e verso
la legge, e verso il creatore, son migliori, e spesso sormontano
a sacerdotii e grandezze secondo il giuditio divino, che
di una scienza di amore li fa maestri.
Viddi poi in questo secolo non ci esser potenza vera, se non
rarissima et a me ignota, et in luoco loro star la tirannide, che
è potestà finta, e la nobiltà di sangue, che è opinativa, non
vera, perché l’albori dalli frutti, non dalle radici si conoscono.
E poi vidi in luoco de la sapienza la sofisticheria, e della