Tommaso Campanella, Ateismo trionfato, p. 212
Mosè esser stato figlio di Gioseppe, che fu tanto caro a
Faraone per la esplication di sonni e governo d’Egitto, e che
da Gioseppe imparò magia, e che fece quelle prove astutamente,
liberando il populo, facendosi Re loro.
Et altro dice che furo li giudei scacciati dall’Egittii, perché
havean la lepra, e stavan languendo tra boschi, e morendo, e
che Mosè, un di quelli meschini più ardito, donò animo a
loro, e li condusse per li deserti, et insegnò e fece legge, fingendosi
messagiero di Dio.
Certo queste sono falsità di opinanti, che l’historia testificante
è chiara che Mosè fu de la tribù di Levi, e che nacque
molto dopo la morte di Gioseppe, e Mosè si pregeria più chiamarsi
figlio di Ioseph si fosse vero; e falsità è che siano stati
scacciati, poiché furo perseguitati da Faraone sommerso nel
mare. Non è dubio che molta lepra vi era in quel tempo
per tutto, ma non però uscio Mosè: che vantarsi esser mandato
da Dio senza prove stupende inanzi al Re era molto pericolo,
e così si scorge in tutte le sue attioni divino.
Né manco egli si fe Re, né donò successione regia alli figli
Suoi, et il sommo sacerdotio che donò al fratello alli figli del
fratello si restò per heredità, e ’l regno a Iosue, che era di altra
famiglia.
Nel che, benché non si scorga tanta eccellenza quanto in
Christo, perché fu sacerdote e Re, Mosè alla sua famiglia lasciò
che vivesse di decime, e quasi la fè signora dell’altre.
Nondimeno si vede che mirò sempre al meglio della Republica
e non di sé, anche parlando come filosofo e non come
ambasciator di Dio, al cui precetto facea ogni cosa.
Negar poi la sua historia e delli miracoli è opinare protervamente,
si non hai historia più degna di fede, e di huom più
accreditato che Mosè, e si ben egli scrisse quel libro, non di