Tommaso Campanella, Ateismo trionfato, p. 213
meno Cesare pure scrisse li suoi commentari senza bugia, e
Senofonte la sua spedition propria con verità. L’huom
buono dice il vero di sé e degl’altri, e li profeti che seguiro poi
e la scola stupenda c’ha fatto al Mondo, e quanto predisse, e
la bontà de la vita confirmano il medesimo.
Quel che dicon del Mar rosso, che fu passato da lui calando
e da Faraone crescendo, è mera favola, perché quel mare
anche nell’estremo è tanto profondo che non basta ordinario
mancamento a dar passagio ad un elefante, nonché a tanta
gente innumerabile d’ogni sesso et età.
Quei che dicon che il serpente eneo, in cui mirando sanavano,
fu fatto per astrologia, sono opinanti. Facciano essi il
medesimo, e poi parlino. Dell’altre fintioni è vergogna parlare,
perché non ci è testimonianza contra lui, se non opinione.
Se tu mi alleghi Cinghi, che passò il Caspio, e Romulo, a cui
fiorio il dardo, io ti rispondo che può essere forsi bugia, o
per il reflusso, come passò Scipione in Cartagine, et Amilcare
un altro braccio di mare vicino a Tunnisi, e che il diavolo
havesse aiutato con magia a Romulo et a Cinghi, per esaltarli,
e finalmente dico che possa esser vero miracolo, che Dio, volendo
far novo regno e qualche gran negotio, condescende
al miracolo dove non ci n’è, come suscitò Samuel a
richiesta di Saul, benché quell’arte li demoni vede, non li
morti, e molte volte Dio alle Sibille et a Balam, che fu macchiato
di soperstitione, rispose da sé, mentre invocava altro;
o per sé comparse nel suo angelo.
Li secreti di Dio son grandi et assai, e certo di quella vergine
Vestale che per provar la sua virginità da altri calunniata