Tommaso Campanella, Ateismo trionfato, p. 22
Vidi poi le scienze ad una ad una, e tutte piene di divinità,
maltrattate però assai da l’avaritia et ambitione, e fatte serve
di tali vitii.
1. Mi trovai in questo secolo tenebroso, dove tutti paremo
di un colore, perché tutte le genti difensan la lor Religione,
come noi la nostra; e così li sapienti, e così li principi, la loro
dottrina quelli con silogismi, e questi la signoria con l’armi.
Viddi poscia in luoco de la religiosità l’hipocrisia, e come son
tante heresie, sette e leggi nel mondo, e dissi: chi mi farà certo
fra tante controversie di opinanti tutti fucati del medesimo
colore? E si io scorsi tanti manifesti errori nella filosofia in cui fui
nutrito, chi mi fidarà della theologia, che sia vera la mia, e
quella dell’altre nationi falsa, mentre li scolastici fan tanto conto
d’Aristotele manifesto sofista, bench’egli più seppe adolcir di
sottilezza logica le sue bugie che altri dir la verità bene?
2. Se mi dici li miracoli, il sangue di martiri, e l’auttorità
della chiesa di 1600 anni confirmata, subito mi si fa incontro
che ogn’altra natione ha miracoli e martiri, et autorità
lunga.E la Religione di Giove e di Apollo durò più che dumila
anni, e quella di Macometto 900 e va crescendo, e quella
degl’hebrei 3200 e più. Alla quale tutte credeno l’altre per le
maraviglie di Mosè, che predisse pur l’altre.
Si trova poi Cinghi, legislator di Tartari, haver passato il
mare Caspio sicco pede, come Moisè coi suoi. Et a Romulo