Tommaso Campanella, Ateismo trionfato, p. 220

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E che tutto il Mondo essendo rationale verrà a questa prima
legge.
E che il tempo, che a noi par lungo, è una burla a quel che
ha da succedere meglio dopo questo scompiglio di mali.
E che non son mali se non in apparenza, et in rispetto, e
non in vero, et in essenza.
Che Macone è antichristo in parte.
Che le profetie son verificate e si van verificando che Christo
è il vero Messia, e che con occulta ragione va fermentando
il Mondo con la sua legge in una massa, e cresce come la
pianta insinsibilmente.
E che quanto fanno li christiani sotto gl’auspicii di Christo
cingendo il Mondo et adunando le nationi (cosa che nulla
legge ha fatto) è attione del Messia.
Che i Re christiani, massime spagnuoli, son braccia del
corpo del Messia, di cui fu scritto: «Bracchia mea populos
iudicabunt etc.; egressus est Salvator; et legem eius insulae
expectabunt». Fin mò l’aspettò il Mondo novo.
Se questo pensassero gl’hebrei, conosceriano il regno di
Christo e de l’antichristo subito. E come Christo siede alla
destra del padre «donec ponat omnes inimicos suos scabellum
pedum suorum», e che evacuerà tutti principati e potestati
antichristiani, e poi verrà a giuditio: ma chi intende li
misterii veda l’Articoli profetali.
Quell’argumento che fu fatto prima della malvagità del clero,
e di tanti miscredenti che pongono in dubio la fede, pur lo
Boccaccio empio lo risolve con quella novella di quello hebreo
che venne a Roma per farsi christiano, e vedendo tanta
mala vita di clerici più si confirmò, dicendo che non potea
esser falsa quella fede, che stando tanto mal trattata da christiani,
pure sta salda, e cresce. E certo più è da suoi scemata,
che non fu da tiranni: quelli l’accesero col soffio della persecutione

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