Tommaso Campanella, Ateismo trionfato, p. 29
rationale. Però o participino gl’enti secondo la forma
loro ragione, o sian d’altri spinti, tanto più bisogna arrivar alla
prima ragione.
Così come tutti li fuochi e calori vengono dal primo calore
ch’è il sole, e tutti li freddi dal primo freddo, che è la terra, e
tutta la moltitudine dall’unità: così ogni conoscenza dal fonte
delle conoscenze nasce.
Et è gran stoltitia di più pensar che gl’huomini han senno e
si governano con senno, e così molte altre parti del Mondo, e
poi negar il senno al tutto. Dunque ci è il primo senno, che
tutto il Mondo regge, e li senni particolari reggon gl’enti particolari
per l’influsso c’han dal primo, e per la participanza di
quello, che ogni cosa al suo consenso ordina.
2. Dissi poi fra me stesso: gran pazzo è Democrito, et Epicuro,
che negan la prima ragione, che è Dio chiamata da le
genti. Perché se esso Democrito prova questo con ragione, è
forzato a dir che vi sia ragione nel Mondo, poiché da nulla
nulla si fa secondo lui più che gl’altri. Dunque ci è la prima
ragione, e si egli provar questo suo detto senza ragione
dirà, è forzato a confessar che non merta credito da persona
alcuna.
E stoltissimo mi parve Lucretio suo fautore, che pone neanche
calore né freddo né senso né raggione esser negl’athomi
lor principii, ma queste qualità lor avvenir dalla mistione,
poiché gli athomi son corporei, e la ragione e ’l calore e la luce
son incorporee e di natura attiva et operanti, il che non conviene
agl’athomi passivi solo et inerti. Ma questa opinione
reprobai a lungo nel libro De sensu rerum e poi nella Metafisica.
3. Mirai poscia la costruttione del Mondo et il cielo sottile,
caldo, mobile e lucente circondar la terra fredda, grossa,
stabile e negra con gran ragione da loro non intesa, perché la