Tommaso Campanella, Ateismo trionfato, p. 30
terra non volrebbe dal nemico esser cinta, né il nemico vorrebbe
il suo contrario dentro le sue viscere, e che fra loro
però combattono, e del calor rimasto nella terra diffuso dal
sole e delle parti de la terra trasmutate, si fan li secondi enti
quasi a caso rispetto agl’elementi. Perché il freddo e
caldo intendon solo fare quello terra e questo cielo, ma son
l’un da l’altro afflitti e modificati e concinnati in maniera
che fanno certe cose intese d’altra causa, cioè pietre, piante,
acque, metalli, vapori, venti, pioggie, mari e fonti. Onde
par che quella causa a noi invisibile si serva di questi principii
elementari come l’orefice e l’orologiaro e ’l ferraro del
fuoco, delle martella, e dell’incude, e de l’acqua, e della lima,
e de la sega: perché tutte queste cose fan secondo la natura
et forma loro quel che a loro è conforme; il foco scalda, il
martello grava et ammacca, l’acqua rafredda e tempra, la
seca fa taglio simile alla sua forma entrante nella secata cosa
etc. Quinci si vede che ogni natura age e pate secondo il suo
proprio senso, e che da senno maggiore sono guidate a far le
cose seconde, e come il fuoco non sa fare orologii, né il martello
cortella, né la serra tavole: così gl’elementi non saprebben
fare questi enti nostrali se non fussero stati collegati ad
operare con misura et arte, e quanto fanno par che sia per
necessitate e per concorrenza di tante misture e cause
agenti e patienti insieme: il che si dice fato.E poi, scoprendosi
l’armonia, si vede tutto avvenir per meglio, e così scrissi
che ’l fato, la necessità e l’Armonia sono influenze della
prima potenza, prima sapienza e primo amore, e mostrai li
fini di ogni cosa, e gittai a terra Empedocle e Democrito,
che dicon venir gl’enti quali e quanti e come sono per la
necessità sola, e li denti anteriori non fur fatti acuti per incidere
il cibo, e li interiori piani per macinarlo, né l’occhio per
vedere, ma questo advenire dalla materia, che in una parte
concorse per piano, in altra per acuto viagio, come le pietre
grosse star per fondamento de la casa, che più gravano, e le
leggiere per soprano edifitio, che men gravano.
Senza dubio è vero quello che dicono, ma è manchevole di
dottrina, perché bisogna agiungere che il fabro del Mondo
fece la materia concorrere per l’influsso della necessità a quella